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Riviera 10660: analisi di un successo Baume & Mercier

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Quando penso a Baume & Mercier e al suo Riviera mi viene in mente il brano Ringo Starr, che ha fatto conoscere al grande pubblico i Pinguini Tattici Nucleari a Sanremo 2020. Il quarto dei Beatles sembrava nascosto dal carisma degli altri tre, ma provate a togliere quella batteria da Penny Lane o da Help! e vedete se la qualità del brano non cambia.
Allo stesso modo, il brand ginevrino pare vivere all’ombra dei marchi “fratelli” in Richemont. Pare. Provate a togliere Baume & Mercier dal portafogli orologiero del gruppo finanziario svizzero e vedete che la sua offerta diventa irrimediabilmente più debole. Modelli come il Clifton Baumatic e, appunto, il Riviera, hanno un posto di primo piano nelle collezioni del marchio e completano il ventaglio di possibilità che Richemont apre a quasi tutti i segmenti di mercato. In questo senso, il Riviera 10660 è emblematico.

Il Riviera inaspettato

Perché ho scelto proprio questa referenza tra i 17 Riviera da uomo che Baume & Mercier ha attualmente in assortimento? Perché è un orologio che nell’ultimo anno ha avuto un destino particolare.

Non è una novità, perché è stato presentato a Watches & Wonders 2022 insieme a un’altra referenza maschile, la 10702, che al Salone aveva impressionato di più buona parte di noi giornalisti. Io per primo avevo pensato che, nella sua fascia prezzo e in rapporto ad altri orologi della concorrenza, la ref. 10702 avrebbe, come dicono i giovani, spaccato.

Parlando però con gli amici di Baume & Mercier Italia, il quadro che mi è stato presentato è diverso. Un quadro che nell’ultimo anno, almeno nel nostro Paese, ha visto il Riviera 10660 diventare uno dei principali best-seller della collezione, con una crescita velocissima dal lancio a oggi. Ecco perché ho deciso di tornare brevemente sull’orologio per provare a capire i perché di un successo che, forse, ha colto di sorpresa anche Baume & Mercier.

Per farlo, ricordo alcune caratteristiche di questo solo tempo, che è sportivo ed elegante soprattutto in questa referenza. Ragionando però alla rovescia. Ossia, provo a capire quali sono i dettagli che, all’apparenza, potrebbero non essere visti come punti di forza ma che, a quanto dice il mercato, non hanno orientato gli appassionati verso altri orologi, anzi…

Il segreto è nel movimento?

Partiamo dal motore. Il Baume & Mercier Riviera 10660 è animato da un calibro automatico Sellita SW200. Un movimento tra i più robusti e affidabili in circolazione, ma pur sempre un calibro di fornitura e non di manifattura.

Tralasciando le disquisizioni barbose sul primato o meno di un movimento di manifattura (se vi va, leggete qui un pezzo illuminante sull’argomento), è un dato di fatto che l’impiego di quest’ultimo è sempre più un forte argomento di vendita. E dovrebbe far preferire gli orologi che lo incassano rispetto a quelli con calibro di fornitura.

In questo caso non è andata così. Un successo ancora più importante, se si considera che la ref. 10702 di cui sopra è equipaggiata dal movimento di manifattura Baumatic. Riserva di carica di cinque giorni, precisione di -4/+6 secondi al giorno, antimagnetismo fino a 1500 Gauss e tutti i prodigi che conosciamo. Per soli 750 euro in più a listino.

Bracciale sì, bracciale no

Provo allora con un altro punto di forza, da sempre, della collezione Riviera: il bracciale integrato. Come molti di voi sanno, è una delle caratteristiche tipiche degli orologi sportivi di lusso, un segmento nato all’inizio degli anni ’70. Il Riviera, presentato nel 1973, cavalcava quell’onda che aveva appena cominciato a crescere e si distingueva anche per questo bracciale.

Ebbene, anche in questo caso siamo fuori strada. Il Riviera Automatico 10660 monta un cinturino in caucciù color antracite, in tinta con il quadrante. Cinturino chiuso da una déployante, a mio avviso meno comoda del classico ardiglione.

I materiali del Riviera 10660

E allora, perché diavolo questo orologio è piaciuto e sta piacendo ancora così tanto al cliente italiano? Provo a ipotizzare. E penso alla scelta dei materiali. L’abbinamento tra la cassa in acciaio lucido e satinato e la lunetta in titanio sabbiato è effettivamente molto interessante ed è un giusto mix tra eleganza e sportività, come nella tradizione della collezione Riviera.

C’è poi un altro elemento che forse ha contribuito al successo della ref. 10660: l’abito bicolore che impreziosisce cassa e quadrante. Il réhaut è in acciaio dorato, così come sono dorati il profilo dodecagonale sotto la lunetta, la bordatura degli indici e le lancette, il tutto a contrasto con cassa e quadrante. Non è banale: il bicolore, in Italia, è storicamente qualcosa di molto apprezzato. Penso principalmente all’acciaio/oro, ma anche accostamenti come questo trovano estimatori da Bressanone a Gela.

Non trascurerei nemmeno le dimensioni della cassa. Se è vero che la tendenza contemporanea è quella di una riduzione dei diametri, il gusto del nostro mercato premia ancora le misure classiche come i 42 mm, specialmente su referenze sportive. In più, parere personale, i 42 mm valorizzano la lavorazione del quadrante del Riviera 10660, pensata per riflettere la luce in modo sempre diverso.

Occhio al portafoglio

Da ultimo posso pensare anche al costo. Questa referenza esce a listino 3.150 euro. Una cifra non banale, certo, ma che va rapportata sia all’intero assortimento del Riviera, sia a quello che la concorrenza offre in una fascia prezzo analoga.

Nel caso dell’assortimento, la referenza 10660 si pone più o meno a metà tra le più “basiche” in acciaio e le più alte, dotate di movimento Baumatic e di complicazioni come il cronografo o le fasi lunari. Riguardo alla concorrenza, non sono tantissimi i marchi che offrono contenuti tecnici, o materiali simili, a un prezzo comparabile. In questo caso, posto di fronte a una scelta, il consumatore si lascia spesso guidare dall’estetica dell’orologio e dalla tradizione del brand. Credo che in entrambi i casi, con il Riviera 10660 Baume & Mercier parta in vantaggio.

Non so se tutto questo è sufficiente per spiegare come mai questo orologio “funziona”. Come scriveva Roberto Gervaso, «c’è un successo che si fonda sul merito e uno sulla fortuna. Il primo dura di più; il secondo costa di meno». Mi piace pensare che quello del Riviera 10660 sia del primo tipo.