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Fifty Fathoms Tech Gombessa. I 70 anni del Blancpain, atto 2°

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Continuano le celebrazioni per il 70° compleanno del famoso orologio subacqueo. Con la Maison di Le Brassus che presenta un secondo modello Anniversario: il Fifty Fathoms Tech Gombessa, dotato di materiali e soluzioni tecniche d’avanguardia. E una complicazione mai vista prima

Il pedagogista tedesco Johann Paul Friedrich Richter, meglio noto come Jean Paul, scrisse una volta che «i nostri compleanni sono piume sulle ampie ali del tempo». Suggerisco a Blancpain di utilizzare questa frase come sommario delle celebrazioni per i 70 anni del Fifty Fathoms. Un orologio che, tenendo il tempo degli abissi, ha fatto la storia non solo del marchio svizzero ma anche dell’intera orologeria subacquea.

Blancpain ha presentato ai primi di gennaio il Fifty Fathoms 70th Anniversary, con cui ha dato il via ai festeggiamenti per i sette decenni dell’orologio. Settant’anni di storia che non sto a riscrivere oggi, perché li trovate raccontati come si deve in questo articolo. Molto meglio andare al succo, perché il Brand ha svelato lunedì 13 febbraio, in anteprima mondiale, il secondo Fifty Fathoms celebrativo.

Lo ha fatto con un collegamento internazionale fra l’atollo di Rangiroa, nella Polinesia Francese, e la sede di Blancpain a Le Brassus, in Svizzera. Al caldo e al sole degli antipodi, il Brand ambassador e documentarista subacqueo Laurent Ballesta; al freddo e nella neve elvetica, il Ceo di Blancpain Marc Hayek e il Vice president sales Marc Junod. In Italia c’erano la stampa specializzata locale e, a fare gli onori di casa, il Brand manager Roberto Castagna, insieme al Brand ambassador Gianluca Genoni, pluricampione mondiale di apnea.

In mezzo c’era lui, il Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 2 – Tech Gombessa (che per farla breve chiamerò d’ora in poi Fifty Fathoms Tech Gombessa). E non è solo per deferenza nei confronti del capo o per riconoscenza verso il grande documentarista che Hayek e Ballesta sono stati chiamati a presentare l’orologio. Quest’ultimo, infatti, è a tutti gli effetti una loro creatura perché insieme hanno ideato e fatto realizzare la complicazione che lo contraddistingue. Una prima mondiale per la quale è stato depositato un brevetto. Siete curiosi?

Da Blancpain una complicazione innovativa

Per scoprirla, basta dare un’occhiata alla lunetta girevole unidirezionale del Fifty Fathoms Tech Gombessa. Diversamente da quelle che troviamo di solito sugli orologi da immersione, questa ha una graduazione su una scala di 3 ore. È connessa a una lancetta speciale, che effettua un giro completo del quadrante esattamente in 3 ore e si regola attraverso la corona di carica. Il materiale e il colore della lancetta, un rivestimento luminescente bianco a emissione verde, sono abbinati a quelli degli indici.

Perché 3 ore? Perché, come ha spiegato Ballesta, è la durata massima, definita per convenzione, di un’immersione in acque profonde effettuata con un particolare respiratore chiamato rebreather a circuito chiuso. È un apparecchio che consente di raggiungere elevate profondità grazie al fatto che è possibile variare la percentuale di ossigeno presente nella miscela di gas da respirare. Una miscela che può contenere elio, utile per limitare i problemi di narcosi da azoto oltre i 30 metri. Questo apparecchio è anche silenzioso, non emette bolle ed evita così di spaventare i pesci.

Ballesta ne fa largo uso, perché le sue spedizioni subacquee richiedono tempi di immersione molto lunghi, alla ricerca di fauna rara e sconosciuta. Senza bolle, poi la qualità delle immagini e del “rapporto” con i pesci si alza sensibilmente. A dire il vero, come ha ricordato lui stesso durante la presentazione, questo tipo di rebreather consentirebbe immersioni anche più lunghe, ma il limite delle 3 ore è stato fissato anche tenendo conto dell’affaticamento del subacqueo.

Lo sviluppo del nuovo Fifty Fathoms Tech Gombessa

Marc Hayek ha messo lo zampino nella complicazione perché, come qualcuno di voi saprà, è anch’egli un subacqueo appassionato, ben più che un semplice amatore. Immaginato cinque anni fa da lui e da Ballesta, l’orologio è stato testato a lungo. Hayek stesso ne ha personalmente provato diversi prototipi durante le proprie immersioni. Nel 2019, dopo un anno di studio, Blancpain ha avviato il progetto iniziando proprio dai due elementi chiave del Fifty Fathoms Tech Gombessa: il movimento e la lunetta.

I subacquei guidati da Ballesta hanno provato l’orologio durante l’intera evoluzione. Quattro prototipi sono stati messi ai loro polsi per essere testati durante una cinquantina di giorni a 120 metri di profondità nell’ambito delle missioni Gombessa V e Gombessa VI. Condotte nel Mediterraneo rispettivamente nel 2019 e 2021, hanno dato modo di associare per la prima volta l’immersione di saturazione con l’immersione con autorespiratore a circuito chiuso.

Stazionati per due volte durante un mese a bordo di una cassa iperbarica di 5 metri quadrati, dalla quale uscivano quotidianamente per esplorare le profondità marine, i sub hanno sottoposto gli orologi a test da sforzo al limite del sopportabile. In particolare hanno provato anche diverse versioni della valvola di decompressione (presente sull’orologio a ore 10).

Focus su materiali e funzionalità

Il risultato è stata la creazione di uno strumento super-professionale, che unisce sviluppi meccanici, materiali all’avanguardia e innovazioni funzionali. Dal punto di vista meccanico abbiamo il cuore dell’orologio, il calibro 13P8 sviluppato appositamente per supportare la nuova complicazione. E in linea con gli standard di robustezza e affidabilità che caratterizzano la collezione. Tre bariletti forniscono a questo Fifty Fathoms 5 giorni di autonomia.

Come materiali, l’orologio punta tutto sul titanio e non potrebbe essere altrimenti. I 47 mm di diametro della cassa e i quasi 15 di spessore (14,81 mm, per l’esattezza) lo rendono un bel “padellone” e hanno bisogno della maggiore leggerezza possibile. La cassa è dunque in titanio grado 23, conosciuto anche come titanio grado 5 ELI (Extra Low Interstitials, ossia “con pochissime inclusioni”).

È una speciale lega Ti6Al4V, la cui sigla tradisce la presenza di altri due metalli: alluminio, che ne aumenta la durezza, ne riduce il peso specifico e ne migliora l’elasticità; e vanadio, che in associazione con l’alluminio riduce del 50% la conducibilità termica e aumenta del 50% la resistenza all’usura. In soldoni: cassa super-leggera, super-resistente, super-durevole.

La nuova lunetta graduata a 3 ore ha invece un inserto in ceramica nera, è bombata e inclinata verso il quadrante, quasi a portarvi lo sguardo. Ed è giusto così, perché lunetta e quadrante lavorano in modo sintonico. Una volta piombato su quest’ultimo, l’occhio è attratto da due particolari: il colore nero e, a contrasto, l’arancione degli indici.

Da Blancpain dicono che questo nero è in grado di assorbire il 97% della luce che lo colpisce. Qualcosina meno del Vantablack (usato da H. Moser & Cie.), ma pur sempre una percentuale che consente agli indici di spiccare in maniera molto evidente. Indici e numeri sono dei blocchi di materiale luminescente scolpiti e applicati, la cui emissione diventa blu al buio e nelle profondità marine. Lo stesso blu compare sulle lancette di ore e minuti, per distinguere le informazioni orarie dai tempi trascorsi sott’acqua. Infatti, la lancetta d’immersione da 3 ore ha la punta bianca, dello stesso colore degli indici sulla lunetta: al buio, diventano verdi.

C’era una volta l’ansa

Un’importante innovazione funzionale riguarda invece il cinturino in caucciù. Oltre alle dimensioni della cassa, ciò che colpisce subito l’appassionato attento è l’assenza di anse visibili. Una novità per la collezione Fifty Fathoms, sulla quale i tecnici di Blancpain hanno lavorato parecchio. Le anse sono infatti organiche alla cassa e, una volta che il cinturino è avvitato su di esse dal lato del fondello, rimangono nascoste all’interno. L’impressione visiva è che il cinturino emerga direttamente dalla carrure, quasi fosse una sua estensione naturale.

Per scongiurare tagli o rotture del caucciù, il cinturino ha un rinforzo interno in titanio, che aiuta a mantenere la geometria ideale con il polso e permette di estendersi senza difficoltà se si indossa il Fifty Fathoms Tech Gombessa sopra una muta tecnica. Allo stesso modo, la fibbia ad ardiglione è pensata per rinforzare l’attacco dell’orologio sul polso e facilitare il fissaggio dell’estensione.

Questa particolare combinazione di anse/cinturino dovrebbe anche migliorare la vestibilità di un orologio oggettivamente grandicello su polsi poco nerboruti, in condizioni d’uso quotidiano e urbano. Il mio misura 16,5 cm: ho provato questo Fifty Fathoms e devo ammettere che il cinturino lo fascia in maniera accettabile. Il diametro però si vede e si sente tutto. Non è un caso se possiedo solo orologi entro i 42 mm.

Infine due parole sul fondello, che è in vetro zaffiro e consente la visione del calibro 13P8. Più che l’architettura del movimento, quello che interessa è la massa oscillante color antracite decorata con il logo delle missioni Gombessa. Questo Fifty Fathoms è l’orologio ufficiale delle spedizioni e, oltre a celebrare i 70 anni della collezione, suggella 10 anni di collaborazione fra Blancpain e Laurent Ballesta. Il progetto Gombessa è nato infatti nel 2013, grazie all’impegno della Manifattura nel ruolo di partner fondatore.

La passione che muove Blancpain

Per concludere, vi porto a riflettere su un parallelo. Nel 1953, la nascita del Fifty Fathoms come primo orologio da immersione moderno avvenne anche grazie allo stimolo dell’allora Ceo di Blancpain Jean-Jacques Fiechter, appassionato subacqueo. Nel 2023, il Fifty Fathoms Tech Gombessa è stato sviluppato grazie a un’idea nata dall’attuale Ceo, Marc Hayek, anch’egli subacqueo quasi professionale.

Trovo molto bello il fatto che la passione di chi guida un marchio porti alla nascita di complicazioni e di orologi dei quali possono godere tutti. È il segno di un approccio al lavoro che non è freddo e professionale ma pensato e sentito, capace di generare innovazione e di conseguenza progresso.

Anche se questo significa impiegare tempo, risorse, fatica. Consapevoli del fatto che non si lavora per un prodotto prêt-à-porter ma che si sta facendo un investimento a medio termine, del quale non si raccoglieranno subito i frutti. Quando lo si farà, questo prodotto porterà benefici non solo al Brand, ma all’intero mercato.

Anche alla luce di questi tempi lunghi impiegati fra ricerca, sviluppo, test e produzione, trovo più che giustificato il prezzo importante di 26.300 franchi svizzeri. Per un orologio che non è in edizione limitata ma pensato come patrimonio a disposizione degli appassionati, capaci di apprezzarne il valore oggi e, chissà, tra 70 anni. Sempre «sulle ampie ali del tempo».