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Aquanaut Luce Calendario Annuale: Patek Philippe stupisce ancora

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Valentino definì l’eleganza come «equilibrio tra proporzioni, emozione e sorpresa». Lui disegna abiti, ma se disegnasse orologi potrebbe prendere questa frase e vestirci il nuovo Aquanaut Luce Calendario Annuale di Patek Philippe. Presentato a Watches & Wonders 2023, ha fatto subito parlare di sé per tanti motivi. Sicuramente per il fatto di chiamarsi con uno dei nomi più desiderati del marchio ginevrino, ma non solo.

Perché l’Aquanaut è uno dei casi rari casi in orologeria in cui una collezione è diventata un mito nell’arco di pochi anni. Quando fu presentata, nel 1997, era figlia dei propri tempi, di quello scorcio di anni ’90 durante il quale il mercato del lusso ideò prodotti pensati per i collezionisti più giovani. Gli imprenditori del primo boom digitale, di quella bolla di internet che, prima di scoppiare, arricchì tanti di loro che all’epoca non erano nemmeno trentenni. Persone che si ritrovarono con una forte capacità di spesa ma con un alto di gamma che ancora rispecchiava i gusti dei loro padri.

Dall’Aquanaut all’Aquanaut Luce

Patek Philippe pensò a loro prendendo ispirazione dal Nautilus e creando il primo Aquanaut, la Ref. 5060A con cassa da 35,6 mm. Diversamente dal quadrante del Nautilus, caratterizzato dalle strisce orizzontali, quello dell’Aquanaut era un motivo a blocchi che ricordavano alla lontana una tavoletta di cioccolato. 

Su di esso spiccavano i grandi numeri arabi riempiti di materiale luminescente, che staccavano l’orologio dalle altre collezioni del marchio. Per non parlare del cinturino in caucciù, un’altra prima per Patek Philippe. Lo caratterizzava lo stesso motivo a blocchi del quadrante, che dava un senso di continuità all’insieme.

L’Aquanaut è stata la prima collezione di Patek Philippe dal lancio del Nautilus negli anni ‘70, seguita solo dalla Twenty~4 nel 1999. È passata attraverso poche ma significative complicazioni, come il cronografo della Ref. 5968A-001 o la funzione travel time della 5164A-001, per virare poi verso un pubblico femminile. È accaduto nel 2004 con l’Aquanaut Luce, distinta fin da subito non solo dalla meccanica sopraffina, ma anche dall’uso delle pietre.

Piace a lei, piace a lui

Dalle referenze al quarzo in acciaio con diversi colori di quadrante e cinturini abbinati alla Ref. 5268/200R-010 automatica in oro rosa con quadrante e cinturino color taupe, la collezione è sempre stata a dir poco luccicante. Punte di diamante (è il caso di dirlo…) le versioni Haute Joaillerie 5062/450R-001 e 5072R-001. E ora Patek Philippe che fa? Per la prima volta toglie le pietre dall’Aquanaut Luce e ci mette un bel calendario annuale dei suoi.

Risultato? La nuova referenza diventa subito il sogno mica delle donne, ma dei collezionisti maschietti. Tanto che a Watches and Wonders, durante la presentazione delle novità del marchio a noi della stampa italiana, il presidente di Patek Philippe Thierry Stern ha scherzosamente definito l’orologio “a big mistake”. Un grande errore: creato per le mogli, ha fatto perdere la testa ai mariti. Ecco il vero motivo per cui ha fatto tanto parlare. Guardiamolo da vicino e non sarà difficile capire il perché.

I dettagli del nuovo Aquanaut Luce Calendario Annuale

Partiamo dal diametro della cassa: 39,9 mm. Alzi la mano chi la considera una misura femminile. Non vedo mani alzate. In effetti il rapporto tra la larghezza e la lunghezza da ansa ad ansa (47,35 mm) fa in modo che l’orologio si adatti molto all’uomo, o alla donna che ama taglie di cassa medie. Mettiamoci anche uno spessore di poco meno di 12 mm, notevolmente sottile per un calendario annuale, e il gioco delle proporzioni perfette è fatto.

Il colore, secondo aspetto. Non ditemi che il grigio-blu del quadrante e del cinturino (che una volta si sarebbe definito blu avio e che io trovo bellissimo) non è una tonalità unisex. A contrasto con l’oro rosa della cassa e della lunetta, accende ancora di più la fantasia. Cassa e lunetta che sono lavorate secondo il più sontuoso savoir-faire di Patek Philippe. La satinatura verticale di quest’ultima diventa orizzontale sulla carrure, mentre i lati lucidi della lunetta si armonizzano alle anse e alle spallette proteggi corona.

Ora sotto con il quadrante. Del colore e del motivo a blocchi ho già detto. Dei grandi numeri arabi in oro rosa riempiti di materiale luminescente, tipici dell’Aquanaut, anche. Sottolineo solo, per questi ultimi, il bel contrasto con l’oro della bordatura (così come per la finestra della data a ore 6), che li fa spiccare ancora di più sul grigio-blu di sfondo.

Sia la lancetta dei secondi centrali, sia quelle dei contatori sono luminescenti; la prima è in una lega molto leggera di rame, nickel e stagno chiamata Pfinodal, le seconde in oro rosa. Queste due lancette mi portano dritto dritto ai due contatori e, da lì, al movimento del nuovo Aquanaut Luce Calendario Annuale.

La complicazione del calendario annuale

Che cos’hanno di insolito i contatori dei mesi e dei giorni della settimana? Gli intenditori lo avranno già capito: sono invertiti rispetto a quelli degli altri calendari annuali di Patek Philippe. Diversamente dal solito, troviamo a ore 3 i dei giorni della settimana e a ore 9 i mesi.

Il calendario annuale brevettato è una delle combinazioni più classiche della Maison. Presentato per la prima volta nel 1996, vinse il premio di Watch of the Year in Svizzera. Merito dell’eccellenza estetica e tecnica con cui era costruito e di una complicazione considerata utile e facile da usare. Fece il suo esordio con il calibro 315 S QA e la Ref. 5035 in oro giallo e, negli anni, fu poi arricchito con altre complicazioni, tra cui le fasi lunari come nel caso del “nostro” Aquanaut Luce.

Il calendario annuale deve essere corretto una sola volta all’anno, alla fine del mese febbraio. Per questo si colloca tra il calendario semplice, che richiede cinque correzioni l’anno nei mesi con meno di 31 giorni, e il calendario perpetuo, che non richiede alcun tipo di regolazione. 

Diritto e rovescio

Tutti quei calendari annuali di Patek Philippe, come ho scritto prima, hanno il contatore dei giorni della settimana a ore 9 e quello dei mesi a ore 3. Perché, quindi, nel nuovo Aquanaut Luce sono rovesciati? In questo caso non serve essere intenditori per sapere che la disposizione di ogni funzione sul quadrante ha il suo motivo meccanico al di sotto di esso. Nel caso del “nostro” orologio, i contatori sono invertiti perché il calibro è rovesciato all’interno della cassa rispetto al solito.

Parlo del nuovo movimento automatico calibro 26-330 S QA LU con rotore centrale in oro 21 carati. È basato sul calibro 26-330, introdotto nel 2019 nel Calatrava Calendario Settimanale (Ref. 5212A), dotato del modulo calendario annuale con fasi lunari.

Il calibro è dotato di una spirale Spiromax (se volete saperne di più, leggete qui) e del bilanciere Gryromax brevettato da Patek Philippe, oscilla a una frequenza è di 28.800 alternanze/ora, mentre l’autonomia va da un minimo di 35 e un massimo di 45 ore.

Per inciso, parlando del Gyromax, ricordo che il bilanciere è quell’organo dell’orologio che, con le sue oscillazioni, regolarizza la velocità di rotazione del ruotismo. Maggiore è la sua libertà di oscillazione, maggiore è il suo isocronismo. Sulla corona del Gyromax sono infilati, a dura frizione su perni appositi, alcuni piccoli cilindri forati e tagliati. Ruotandone il taglio verso l’interno della corona si modifica il raggio di giro e si provoca ritardo, ruotandoli verso l’interno si anticipa.

La lezione di Oscar Wilde

Insomma, lo avrete capito, questo Aquanaut Luce Calendario Annuale mi piace. Come sempre, ho provato a motivare il mio parere con argomenti spero validi, perché basati sulla qualità ineccepibile di Patek Philippe: tutti sono capaci di dire “è bello” o “è brutto” senza spiegare il perché in modo circostanziato. E poi, a Watches and Wonders l’ho indossato con così tanta passione da suscitare gli sguardi sospettosi dell’addetto alla sicurezza che piantonava la porta della sala riservata in cui mi trovavo. 

Il vantaggio del salone è soprattutto quello di far toccare gli orologi con mano, farli mettere al polso. Così ho capito perché questo calendario annuale pensato per le donne è in realtà terribilmente unisex e perché, nonostante la sua boutade, Thierry Stern sia contentissimo del “big mistake” di Patek Philippe.

Del resto, come disse Oscar Wilde, «c’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé». Quanto è vero per l’Aquanaut Luce Calendario Annuale.