Attualità

Longines Flagship Heritage, stregato dalla Luna

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Lo scrittore americano John A. Shedd avrebbe potuto cedere una delle sue più celebri frasi come payoff per il Longines Flagship: «A ship in harbor is safe, but that’s not what ships are built for». Vale a dire, «una nave in porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono costruite».

Come le grandi navi sfidano le onde, uno dei più celebri orologi prodotti dalla Casa della Clessidra alata sfida il mare del tempo, forte di un fondello e di un nome che lo hanno sempre reso riconoscibile. Ma vado con ordine.

Il successo negli anni del Boom

Quando fu presentata, nel 1957, la collezione Longines Flagship voleva essere il segmento alto di gamma degli orologi a carica manuale del Marchio. L’investimento in termini di qualità fu notevole, poiché tutti i primi modelli prodotti erano animati o dal calibro 30L (con il contatore dei piccoli secondi), o dal calibro 30LS (con i secondi centrali). Movimenti robusti, affidabili e soprattutto precisi, poiché derivavano dal cronometro da competizione 30Z.

Il successo del Longines Flagship fu subito importante, perché si poneva in un segmento di eccellenza come alternativa manuale all’automatico Conquest. In breve, il successo di cui godette indusse il management di Longines a introdurre anche una versione automatica. Si scelse il calibro 34x, che muoveva un altro top seller del marchio: l’Admiral

Questo modello, prodotto in oro giallo o in acciaio, aveva il proprio segno distintivo sul retro. Il fondello aveva un medaglione ad altorilievo in smalto blu che raffigurava una nave ammiraglia, “flagship” in inglese, e che lo rese celebra tra i collezionisti e gli appassionati.

Con il crescere del favore del pubblico e il conseguente aumento della produzione, dopo il 1963 Longines cercò di ottimizzare i costi sostituendo i calibri manuali 30L e 30LS con il calibro 490, mentre il calibro 380 automatico prese il posto del 34x. Alle casse in oro e in acciaio si affiancarono quelle in oro laminato o placcato.

I nuovi Longines Flagship Heritage

Lungo gli anni il Longines Flagship ha subito diversi aggiornamenti nell’estetica e nei materiali, rimanendo comunque fedele alla sua vocazione di dress watch. Lo testimoniano le più recenti versioni che lo hanno inserito nella collezione Heritage del marchio, quella con i caratteri più spiccatamente legati ai modelli storici. Tra gli aggiornamenti più recenti, quello del 2014 e del 2020 (vestito di nero) sono a mio parere i più riusciti.

Proprio nel solco di questi ultimi si inseriscono i tre nuovi modelli appena svelati del Longines Flagship Heritage. Le referenze L4.815.4.78.2, L4.815.4.72.2 e L4.815.4.92.2 si distinguono tra loro principalmente per la finitura del quadrante che, a differenza delle ultime uscite del Flagship, ospita la complicazione delle fasi lunari, molto amate dal Brand. Presente nelle linee Master Collection, Primaluna, 1832, la complicazione necessita di un movimento ad hoc. Parto da qui.

Un calibro prezioso

I nuovi Longines Flagship Heritage sono animati dal calibro L899.5, che troviamo già in alcune referenze della collezione 1832. Si tratta di un movimento sviluppato su base Eta A31.L91, grazie alle sinergie che il produttore di calibri può garantire ai marchi di Swatch Group. Dal medesimo movimento Eta deriva il calibro Longines L899.2 che dà vita alle fasi lunari nella linea Master.

Tornando al L899.5, il movimento da 11 linee ½ e 21 rubini ha una frequenza di 25.200 alternanze/ora ed è dichiarato da Longines con un’autonomia di 72 ore, anche se spesso gli è attribuita una riserva di carica di 64 ore.

Poco importa. Ciò che conta è che il calibro L899.5 adotta alcuni di quelli che sono ormai gli standard tecnici per i movimenti di Swatch Group. Il più importante di essi è la spirale in silicio che, come credo ormai molti di voi sanno, è resistente ai campi magnetici e dà quindi all’orologio una maggiore accuratezza nella misurazione del tempo, con scarti minimi su base giornaliera.

Guarda che Luna

Detto questo, le fasi lunari sono appunto le vere protagoniste dei nuovi Longines Flagship Heritage. Si trovano sul quadrante a ore 6, posizione consueta anche per le referenze di altre collezioni, e fanno capolino dalla classica finestra bilobata. Intorno ad essa c’è l’anello del datario, in cui il giorno del mese è indicato da una lancetta.

Gli indici dei cinque minuti sono sfaccettati e applicati mentre il giro della minuteria è stampato, in modo da rendere il quadrante molto leggero e arioso. Eleganti le lancette di ore e minuti, a daga, trattate con Super-LumiNova. La loro forma richiama quella delle lancette dei Longines anni ’60, una scelta di stile coerente con l’insieme dell’orologio.

A proposito di coerenza, la misura della cassa in acciaio è la medesima della referenza del Longines Flagship Heritage attualmente in collezione. Il modello senza fasi lunari, con il datario e il contatore dei piccoli secondi a ore 6 misura infatti 38,5 mm di diametro, come le nuove referenze. Una taglia vicina a quelle dei pezzi delle origini, di cui richiama l’eleganza. Il fondello? Una chicca. Scopritelo nelle immagini della gallery.

Il coraggio della qualità

Come ho scritto sopra, i tre nuovi orologi si distinguono per la finitura dei quadranti e per i relativi cinturini abbinati. I quadranti sono opalino argentato, argentato soleil o blu soleil, tutti bombati come si conviene a un vero pezzo heritage.

Il primo dei tre è molto classico e ricorda, in combinazione con gli indici e le lancette dorate, il Flagship Heritage piccoli secondi che è un caposaldo della collezione. Marrone, grigio o blu è il colore del cinturino in tinta.

Eccoci al prezzo. I nuovi Flagship Heritage costano (l’un per l’altro) 3.300 euro. Una cifra importante per quella che è la scala prezzo di Longines, che dimostra come il Brand stia seguendo una strategia di posizionamento verso l’alto, almeno per quel che riguarda le collezioni principali. Una crescita dei prezzi non fine a sé stessa, ma dettata da un’offerta di contenuti tecnici migliorata rispetto alle referenze del passato.

Posizionare questi tre orologi a un prezzo così impegnativo è anche un segnale di come Longines si fidi della sua collezione più rappresentativa, soprattutto se consideriamo che il 1832 con fasi lunari, sempre con calibro L899.5 ma con cassa da 40 mm, è proposto al pubblico a 2.550 euro. Introdotto nel 1957, il Longines Flagship del resto ha rappresentato una nuova visione per gli orologi ideati nella coraggiosa era del Boom economico. Orologi unici, progettati per la prima volta con nomi distintivi, che hanno consolidato negli appassionati il nuovo concetto di collezione, diventato la chiave di volta della pubblicità di Longines. Un marchio da percepire forte e sicuro come una nave ammiraglia.