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Longines Conquest Heritage e la riserva di carica “poetica”

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Secondo la saggista americana Adrienne Rich, «the moment of change is the only poem», ossia «il momento del cambiamento è l’unica poesia». Il fatto che Longines definisca “poetica” la complicazione che caratterizza il nuovo Longines Conquest Heritage Central Power Reserve, sembra dare ragione alla scrittrice.

Perché questa particolare indicazione della riserva di carica dà continuamente un volto nuovo al quadrante dell’orologio. Come accade, lo ha spiegato in maniera impeccabile durante la presentazione dell’orologio alla stampa Giuseppe Miccio, Head of Product Development di Longines. Ma prima è meglio se facciamo un passo indietro.

L’importanza del Longines Conquest

Il Longines Conquest Heritage Central Power Reserve nasce da un obiettivo che il Brand si è dato – semplice, almeno sulla carta: sviluppare i migliori prodotti rimanendo autentico e fedele alla propria storia. Una storia che parla principalmente di tool watch dedicati all’aviazione e alla navigazione, con lunette girevolifunzioni flybackindicazioni Gmt ecc.

Questo, invece, è un orologio classico, ma con un’accortezza, che Miccio ci ha ricordato: «Longines non crea repliche ma opera reinterpretazioni a livello di design e di qualità dei materiali». Nello specifico, il progetto del Longines Conquest Heritage Central Power Reserve è iniziato nel 2020 con lo sviluppo del movimento, a cui è seguito quello dell’orologio nel suo insieme. Ed è un progetto che viene da lontano, come la collezione Conquest.

È un nome forte, perché fu il primo dato da Longines a un orologio nel 1954. Prima del Conquest gli orologi erano infatti identificati con i numeri di serie. Dopo soli cinque anni dal lancio della collezione, nel 1959 fu introdotta la complicazione della riserva di carica centrale, indicata sul quadrante tramite l’impiego di due dischi girevoli. Un modello unico che, allora come oggi, nessun altro brand aveva in portafoglio. Con il quale Longines festeggia i 70 anni della collezione.

Come si legge la riserva di carica

Il funzionamento della complicazione, mossa da un calibro automatico, è semplice e intuitivo. Il volto dell’orologio presenta un disco centrale che riporta l’indicatore della riserva di carica di forma rettangolare; un disco esterno con le ore di autonomia residua; il resto del quadrante.

Quando non si indossa l’orologio, il disco centrale ruota in senso orario fino a quando termina la riserva di carica e l’indicatore arriva a 0, mentre il disco esterno rimane fermo. Quando si carica, indossandolo o utilizzando la corona, il disco esterno gira in senso orario e quello interno rimane fisso, fino a che l’indice della massima autonomia – 64 ore – torna a coincidere con l’indicatore rettangolare.

Se, quando ha raggiunto la massima autonomia, si continua a caricare l’orologio tenendolo al polso, entrambi i dischi girano. Così, come ha sottolineato Miccio, «il quadrante è vivo, in movimento, con un aspetto sempre differente».

Il lavoro sul design

Come ho scritto sopra, si tratta della medesima complicazione adottata sul modello del 1959 (da 35 mm), aggiornata però nelle dimensioni e nelle proporzioni. Perché il lavoro fatto sul Longines Conquest Heritage Central Power Reserve è proprio di un bilanciamento tra il diametro della cassa (38 mm) e quello dei dischi. Con una cassa più grande, i dischi sarebbero stati troppo piccoli, con una cassa più piccola, gli elementi sul quadrante sarebbero risultati troppo affollati a scapito della leggibilità. E poi, 38 mm sono adeguati a un orologio che vuole essere classico, un dress watch.

Un diametro la cui scelta è stata dettata sì dall’estetica, ma prima di tutto dal movimento ospitato dalla cassa. Tutto è partito dal calibro Longines L896.5, sviluppato ex novo sulla base del calibro L.888 (su base ETA) al quale è stata aggiunta la complicazione della riserva di carica. Quella indicata sul quadrante è di 64 ore, ma Longines fa sapere che può arrivare fino a 72, un’autonomia di tutto rispetto e adeguata agli standard qualitativi degli orologi del Brand.

La qualità costruttiva

A proposito di qualità, come è ormai comune per i movimenti di Longines, anche il calibro L896.5 è dotato della spirale in silicio che lo rende immune agli effetti nefasti del magnetismo terrestre sulla regolarità di marcia. Ma, come ha detto Miccio durante la presentazione, ci sono molti altri componenti antimagnetici nel calibro (senza però specificarli), i quali gli consentono di soddisfare ampiamente la normativa ISO 764:2020 che impone i parametri minimi di antimagnetismo agli orologi meccanici.

I due livelli di test di resistenza al magnetismo cui sono sottoposti i calibri si riferiscono ai valori dettati dalla normativa rispettivamente di 4.800 Ampère/metro (circa 60 Gauss) oppure di 16.000 Ampère/metro (circa 200 Gauss). Ebbene, il calibro L896.5 è risultato resistente fino a 800 gauss, un ottimo valore per un orologio classico pur appartenente a una collezione dal Dna sportivo.

Il posizionamento del Longines Conquest Heritage Central Power Reserve

Per i dettagli delle finiture di cassa e quadrante vi rimando alle didascalie. Chiudo con qualche informazione di servizio. Intanto, per il Longines Conquest Heritage Central Power Reserve non è previsto un bracciale ma solo un cinturino in pelle nera o grigia. Il colore va in base a quello del quadrante, che è disponibile in tre versioni: opalino, grigio antracite o nero.

Non contenti di aver messo sul mercato un orologio così importante per la storia del Marchio, a Saint Imier hanno anche pensato di creare due edizioni limitate, ciascuna di 70 esemplari. Una in oro giallo, l’altra in oro rosa. Dello stesso metallo sono le fibbie dei cinturini e, dettaglio di stile non banale, le masse oscillanti del movimento, che è a vista. Naturalmente i prezzi sono ben diversi a seconda delle referenze: quelle in oro costano entrambe 18.450 euro, quella con cassa in acciaio scende alla cifra più abbordabile di 4.300 euro.

Un prezzo al top nella collezione Conquest, dove solo l’edizione del cronografo creata insieme allo sciatore Marco Odermatt, ambassador del Brand, costa di più. E che è spostata verso l’alto all’interno del portafoglio di Longines, in cui attualmente la maggior parte delle referenze si trova tra i 1.000 e i 5.000 euro. Un posizionamento, quello del Longines Conquest Heritage Central Power Reserve, dettato sia dal lungo lavoro di ricerca e sviluppo che l’ha portato a vedere la luce, sia dal prestigio della collezione. Per valutare se è corretto o meno, vi invito come sempre a farvi un giro da un concessionario a vederlo da vivo: è già disponibile. Io l’ho toccato con mano, l’ho analizzato, squadrato, indossato: vi assicuro che Longines lo ha messo esattamente dove è giusto che stia.