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Longines HydroConquest GMT: bello e possibile

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È ufficiale, Longines ci ha preso gusto a parlare al viaggiatore sportivo. La prova? Il nuovo Longines HydroConquest GMT, presentato proprio oggi e degno “fratello” dello Spirit Zulu Time, che per il marchio è stato il protagonista delle collezioni 2022. Una novità importante nel portafoglio della Clessidra Alata, per diversi motivi.

Intanto, arricchisce un’offerta già piuttosto abbondante e variegata sia in termini di referenze, sia di funzioni, non solo nella collezione HydroConquest. In un momento in cui tanti marchi asciugano e razionalizzano il proprio range, è una strategia audace. Poi torna a battere forte sulla funzione GMT, sulla quale Longines vanta una sorta di copyright del quale va, giustamente, fiera. Non voglio tornare in maniera troppo approfondita su aneddoti storici che molti di voi conosceranno, ma proprio perché forse non sono noti a tutti, mi limiterò ad accennarli. 

Un passettino indietro

È assodato che GMT è l’acronimo di Greenwich Mean Time, o Tempo Medio di Greenwich. La sigla, in orologeria, indica il sistema di misurazione del secondo fuso orario utilizzando una lancetta sussidiaria delle ore, che si regola indipendentemente da quella principale. La misurazione dei fusi parte dal meridiano 0, sul quale è posto l’osservatorio astronomico londinese di Greenwich.

Detto questo, il copyright di cui parlavo riguarda un orologio Longines risalente al 1925, il primo del Marchio a indicare un secondo fuso orario. Considerato il primo GMT della storia, aveva la cassa quadrata e a ore 12 riportava la bandiera che, nel sistema marittimo internazionale, indica la Zeta. Zeta come l’iniziale di Zulu, nel cosiddetto alfabeto Nato. E Zeta come Zero, ossia il meridiano di Greenwich, la cui ora è indicata proprio come Zulu Time.

In realtà, il Marchio aveva già creato nel 1908 un orologio da tasca per il mercato turco in cui l’ora locale poteva essere convertita nell’ora occidentale grazie a un doppio contatore con relative lancette. Però, da quello all’attuale Longines HydroConquest GMT, di tempo e di spazio ce ne corre.

Longines HydroConquest GMT: chiarezza al potere

Arrivo allora al nuovo esemplare, che arricchisce la collezione subacquea per eccellenza del Brand, lanciata nel 2007. Per rendere la complicazione la più leggibile possibile, Longines ha scelto la cassa da 41 mm, già presente nella collezione corrente a fianco della 39, della 43 e della cassa femminile da 32 mm. 

L’alternanza di superfici lucide e satinate tra carrure, anse e profilo zigrinato della lunetta denota l’attenzione alla preziosità delle finiture, anche in un modello dalla spiccata vocazione sportiva come il Longines HydroConquest GMT. Cassa più grande significa anche maggior apertura del quadrante, che aiuta la chiarezza delle informazioni.

Per la visualizzazione del secondo fuso orario è stato utilizzato un anello piatto al di fuori del giro della minuteria, dove trovano posto gli indici delle 24 ore. Una scelta che rende la lettura del fuso più comoda rispetto, per esempio, a quella di un réhaut inclinato spesso utilizzata nei GMT. La metà inferiore dell’anello, su cui stanno le ore del giorno, è più chiara rispetto a quella superiore, riservata alle ore della notte. In entrambe, le cifre sono a contrasto.

Quadrante e finiture

Restando sul quadrante, bella la diversa lavorazione tra l’anello dei fusi e la parte centrale: soleil quest’ultima, liscia la prima. Un dettaglio che tradisce un’attenzione particolare alla qualità, su cui il Brand batte da tempo. Quattro sono i colori in cui è proposto il quadrante: verde, marrone, blu e nero. A parte il marrone, li troviamo già tutti nella collezione HydroConquest.

Trattandosi di un subacqueo, la leggibilità non è solo riservata alla funzione GMT ma anche e soprattutto alle ore. Troviamo infatti le classiche lancette sfaccettate dell’HydroConquest, dorate lucide nelle referenze marrone e verde, rodiate lucide nelle versioni nera e blu. In queste ultime due, l’outline della punta della lancetta GMT è arancione o azzurro, come gli indici GMT nella parte superiore dei rispettivi quadranti. Anche questo un bel dettaglio di stile.

Gli indici, applicati e belli grandi, sono generosamente ricoperti di Super-LumiNova. Lo troviamo anche sulle lancette di ore e minuti e sulla punta delle lancette GMT e dei secondi centrali, quest’ultima a “lollipop”. La lunetta girevole unidirezionale è in ceramica, ormai lo standard per la collezione, alla quale non poteva certo sfuggire il Longines HydroConquest GMT.

Un calibro di cui fidarsi

Per il movimento, il Marchio è andato sul sicuro. Il calibro automatico L844.5 che anima l’orologio è il fratello gemello dell’L844.4 incassato nello Spirit Zulu Time da 42 e 39 mm. Deriva dall’Eta A31.L01 – a sua volta sviluppato su base Eta 2892-A2 – al quale è stato aggiunto il modulo per l’indicazione del secondo fuso orario.

Come tutti i movimenti Eta gode di un’affidabilità comprovata. Non stupisce dunque che Longines, come gli altri marchi di Swatch Group di cui Eta fa parte, utilizzi a piene mani calibri sviluppati sulla base di quelli della consociata. Il movimento che dà vita al Longines HydroConquest GMT, come l’Eta A31.L01, lavora a 25.200 alternanze/ora, con un’autonomia a piena carica di circa 72 ore.

Una scelta di affidabilità dettata anche dalla natura di orologio sportivo professionale che caratterizza l’HydroConquest. Per un pezzo così, è necessario un movimento che non tradisce, la cui solidità costruttiva è in linea con quella complessiva dell’orologio, dalla cassa al bracciale.

Cinturino o bracciale?

A proposito di bracciale, per le nuove referenze Longines ha scelto la doppia opzione. Tutti gli orologi sono disponibili con un bracciale in acciaio inossidabile con maglie a forma di H interamente ridisegnate e chiusura con microregolazione, una novità per Longines. Soluzione ideale per adattare l’orologio, eventualmente, al di sopra di una muta da sub o nel caso il polso si dilati per il caldo.

L’altra opzione è quella di un cinturino in caucciù nero o blu, in tinta con il quadrante delle due referenze; per quelle marrone e verde, invece, il cinturino è un Nato beige o verde. Anche per i due in caucciù è prevista una fibbia pieghevole con microregolazione.

Come spesso accade, la scelta tra cinturino o bracciale influisce sul prezzo finale dell’orologio. Le referenze con bracciale acciaio e quelle con cinturino in caucciù costano 3.150 euro, più economiche quelle con il cinturino Nato in tessuto: 3.050 euro.

Il Longines HydroConquest GMT, un potenziale fuoriclasse

Che dire, quindi, per concludere? Magari vale la pena fare una riflessione di posizionamento sul mercato, al di là di generiche affermazione di marketing che ricordano come l’orologio sia destinato ad “accompagnare in ogni circostanza gli avventurieri moderni e gli sportivi più esigenti”. E la riflessione è che il Longines HydroConquest GMT può dare fastidio alla concorrenza. Per un motivo, principalmente: il rapporto qualità/prezzo.

Un subacqueo da 30 bar, con queste finiture e questi dettagli a poco più di 3.000 euro non è facilissimo da trovare. Grazie anche al fatto che la scelta di un calibro “proprietario” ma non di manifattura aiuta molto a contenere il prezzo finale. Quando poi, auspicabilmente e come già accaduto per lo Zulu Time, arriverà la versione da 39 mm, l’orologio potrà diventare un fuoriclasse.

Anche perché tra le complicazioni meno utilizzate, la funzione GMT rimane la più utile ed è molto amata. Ha meno senso su un subacqueo come l’HydroConquest anziché su un orologio da aviatore come lo Zulu Time, ma penso che gli appassionati chiuderanno un occhio e guarderanno più all’ottima fattura complessiva dell’orologio. Che hanno anche i modelli di altri marchi, ma in generale per qualche centinaio (se non migliaio) di euro in più. Una motivazione d’acquisto che, in questi tempi di rialzi generalizzati dei listini, pesa più che nel passato.