Hermès ha una visione non convenzionale dell’orologeria. Chi conosce gli esemplari della Casa lo sa bene. Lo riscontra per esempio nelle complicazioni: diverse, insolite, speciali – uniche, letteralmente: perché non hanno equivalenti, sono inventate e sviluppate ad hoc. Ma la cosa è evidente anche negli orologi meno esclusivi e più accessibili, pensati per la quotidianità: come il nuovo Hermès Cut. Che ho provato fisicamente a Watches and Wonders Geneva, lo scorso aprile, quando la Maison lo ha presentato al pubblico di addetti ai lavori come prima collezione femminile interamente meccanica. Ma è ben altro. Lontano dalle tendenze mainstream, l’Hermès Cut è l’ennesima dimostrazione di quanto la produzione di Hermès segua la propria strada, con fermezza e decisione.
Hermès Cut è uno di quegli orologi passe-partout, da indossare 24/7 per quanto è versatile, eppure è tutt’altro che ordinario. Poi vi spiegherò nel dettaglio, ma credo che prima sia fondamentale chiarirne le premesse. Gli orologi di Hermès hanno tutti un côté rêve (per citare Philippe Delhotal, Direttore creazione e sviluppo Hermès Horloger): un aspetto capace di far sognare chi li indossa, di trasmettere piacere e gratificazione. Talvolta è un lato ludico e divertente, altre è più un’idea che fa riflettere e può perfino destabilizzare. Ma alla base ci sono sempre la bellezza, la leggerezza, l’originalità. L’emozione più che la necessità: qualcosa che fa la differenza, un valore intrinseco che giustifica l’acquisto – visto che la funzione primaria di guardare l’ora si è ormai persa…
Il design particolare dell’Hermès Cut
Nell’Hermès Cut, come in altri esemplari in catalogo, la chiave della diversità sta tutta nel design. La cassa non è semplicemente rotonda, come sembrerebbe a una prima occhiata: è di forma, una forma libera e non classificata, che potrebbe vagamente ricordare il cuscino senza esserlo. La figura geometrica di partenza è di certo il cerchio, che però è stato come “tagliato” sui quattro lati (da qui il nome): basta guardare la carrure dalle diverse angolazioni per rendersene conto. I fianchi e gli spazi in corrispondenza delle anse sono troncati di netto e poi modellati (visivamente) con profili ovali lucidissimi, che spiccano all’interno delle superfici spazzolate. Ne deriva un effetto a specchio che riflette le luci e i colori circostanti, e allo stesso tempo una sensazione di profondità tipo trompe-l’oeil.
Riguardo alle dimensioni, la cassa dell’Hermès Cut misura 36 mm di diametro. È un orologio pensato al femminile, dicevo, ma non sfigura affatto neppure sui polsi maschili più sottili, soprattutto nei modelli privi di pietre preziose. La collezione conta infatti quattro referenze: in acciaio con lunetta liscia, in acciaio con lunetta incastonata di diamanti taglio brillante, più altre due in acciaio e oro rosa con le stesse caratteristiche (lunetta liscia o incastonata di diamanti). Nelle versioni bicolore sono in oro rosa la lunetta, le maglie centrali del bracciale e la corona. A proposito, quest’ultima si trova alle ore 1.30: in una posizione quanto mai anomala, ma studiata per non dar fastidio in nessun caso al dorso della mano, nemmeno quando lo si spinge al massimo verso l’alto.
Le altre caratteristiche
Per passare al quadrante, in tutti i casi è opalino argenté, con i numeri arabi applicati. Come di consueto per gli esemplari della Casa, lo stile tipografico è esclusivo e contribuisce a dare un carattere unico all’orologio, subito identificabile come Hermès. Nei modelli bicolore, le cifre sono dorate come le lancette a bastone (un “bastone” rielaborato, a dire il vero), che sono rivestite di materiale luminescente per risultare ben leggibili in tutte le condizioni di luce. Nella zona centrale del quadrante è posta la minuteria, realizzata in décalque grigia con una lavorazione azuré. Nelle versioni in acciaio, i 5 minuti sono scanditi da cerchi arancione – il colore ufficiale di Hermès –, come la lancetta Lollipop dei secondi centrali.
Il bracciale in acciaio, rastremato, è formato da tre file di maglie arrotondate, in cui si alternano finiture lucide e satinate che riprendono le lavorazioni della cassa. Compatto e flessibile, risulta ben calibrato e quasi “morbido” al polso. Ma si può facilmente sostituire – grazie al sistema di intercambiabilità brevettato – con un cinturino in caucciù, declinato in otto colori tipici della palette Hermès: accanto all’arancione e al bianco, anche verde, tortora, due tonalità di grigio, rosa e azzurro. Ma è meglio se riporto i nomi originali, in francese, per apprezzarne le sfumature: gris perle, gris étang, vert criquet, glycine, capucine e blue jean. Strano che non siano previsti cinturini in pelle – visto che questo materiale è un simbolo della Casa. Forse in futuro?
La meccanica dell’Hermès Cut
Quindi il movimento, che l’Hermès Cut condivide con altre collezioni maschili. A carica automatica, è il calibro Hermès H1912. Un calibro che si può definire di manifattura, in quanto progettato e realizzato in esclusiva da Vaucher Fleurier, di cui la Maison parigina possiede una quota societaria (ha una partecipazione del 25%, fin dal 2006). Per conoscerne le caratteristiche tecniche, vi rimando alle didascalie.
Qui preferisco aggiungere una curiosità. Si tratta di uno dei primi movimenti sviluppati “in casa”, nel 2012, insieme al similare H1837. E prende nome dalla data di una celebre fotografia che ritrae Jacqueline Hermès, quarta generazione della famiglia fondatrice, con indosso un porte-oignon, ossia una specie di cinturino con copricassa che permetteva di portare al polso un esemplare da tasca. Prima testimonianza dell’orologeria Hermès, datata proprio 1912.
Notevole il livello delle finiture. Quello che salta all’occhio, quando si osserva il movimento dall’oblò in vetro zaffiro posto sul fondello, è la personalizzazione dei ponti e della massa oscillante, satinati e decorati con la H dell’iniziale (ma c’è anche la platina à perlage e à colimaçon). Solo un dettaglio, rifinito ad arte, com’è tradizione per Hermès, eppure importante, se si pensa al seguito di fan che idolatrano l’intera produzione della Casa.
A conti fatti, l’Hermès Cut mi porta a fare una breve riflessione. Il fatto stesso che un movimento meccanico entri a far parte di un’intera collezione di orologi femminili (e non di un singolo esemplare) è, già di per sé, positivo. Significa che il mercato lo richiede. E credo sia la riprova di due cambiamenti ormai assodati nell’orologeria. Uno, che il pubblico femminile non si accontenta più del quarzo, ma ormai sappia apprezzare la micro-meccanica tanto quanto quello maschile. E, due, che i confini fra orologi “da uomo” e “da donna” siano sempre più labili. Evanescenti.
Informazioni di servizio
Concludo, come al solito, con i prezzi e la disponibilità. Gli Hermès Cut sono già in vendita, sia sull’e-commerce della Casa che nelle boutique monomarca, e hanno un gamma di prezzo abbastanza ampia. Che parte da 5.400 euro per il modello “basic”, in acciaio con cinturino (molto meno di quanto costa un esemplare simile di marchi concorrenti). E arriva fino a 17.600 euro per quello bicolore con bracciale. Ci sta, se si pensa all’oro e ai diamanti incastonati sulla lunetta…