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Patek Philippe Ora Universale 5530G e il cambio data nel Pacifico

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Quando parliamo di case orologiere di grande prestigio come Patek Philippe, le cui origini risalgono al 1845, siamo portati a pensare che le innovazioni con le quali possano continuare a stupirci siano limitate nel tempo. Niente di più sbagliato. La Casa svizzera sposta l’asticella sempre più in alto, anche e soprattutto per quanto attiene le complicazioni. Non è un caso che le stesse rappresentino da sempre il tratto distintivo di Patek Philippe – Manifattura che, con i suoi esemplari pluri-complicati, ha saputo scrivere pagine di storia dell’orologeria. Così, quando pensi che a Ginevra abbiano già dato tutto con le loro infinite referenze, ti trovi di fronte al nuovo Patek Philippe Ora Universale 5530G e sei costretto a ricrederti. Vi spiego perché. 

“Ora universale”, i primi orologi da viaggio di Patek Philippe

Uno dei terreni su cui Patek Philippe ha dimostrato più volte di essere all’avanguardia è quello degli orologi con “ora universale”, detti anche “ore del mondo”. Sono modelli che consentono, in ogni momento e ovunque ci si trovi, di leggere l’ora locale e insieme di sapere che ore sono in ognuno dei 24 fusi orari in cui è idealmente suddivisa la superficie terrestre.

Benché i primi calibri siano stati inventati allo scopo nei primi anni ’30 dall’orologiaio indipendente Louis Cottier, la prima manifattura ad averli adottati è stata proprio Patek Philippe. Erano anni in cui, vuoi per i costi, vuoi per i pochi mezzi di trasporto aereo e navale a disposizione, a viaggiare erano davvero in pochi. Malgrado ciò, nel 1937 nascono i primi orologi Heure Universelle dell’azienda ginevrina. Poi ne seguono altri, molti dei quali con quadranti in smalto, iper-quotati nelle aste di tutto il mondo. Fino ad arrivare ai nostri giorni. Giorni in cui si viaggia molto più di allora. 

Cosa rende unico il Patek Philippe Ora Universale Ref 5530G?

L’ultimo orologio “ore del mondo” di Patek Philippe è l’Ora Universale Ref 5530G. Presentato in edizione limitata all’esposizione Patek Philippe Watch Art di Tokyo del giugno 2023, da poco è entrato a far parte del catalogo “corrente”, nella collezione Complicazioni. Dotato del calibro 240 HU C a carica automatica, si distingue dal già esistente 240 HU per la presenza di un’ulteriore funzione riguardante la data.

Se ne osserviamo il quadrante, troviamo ciò che quasi tutti gli orologi ore del mondo offrono. Ossia: lancette delle ore e dei minuti, disco delle 24 ore, disco esterno delle città e, quando presente, datario. Quest’ultimo, a seconda delle marche che lo propongono, è declinato in varie forme.

Ciò che però contraddistingue il Patek Philippe Ora Universale Ref 5530G dai modelli delle altre manifatture è la capacità di modificare, con la sola pressione del pulsante posto a ore 10, ben quattro indicazioni contemporaneamente. Vale a dire: rotazione del disco delle città, rotazione del disco delle 24 ore, rotazione della lancetta delle ore con scatti di un’ora e adeguamento della data. Questo avviene in funzione dell’ora del fuso vigente, indicato dalla città a ore 12 e dalle lancette centrali.

Il tutto senza compromettere l’avanzamento della lancetta dei minuti che resta indipendente. La Manifattura gnevrina ha infatti voluto che ogni possessore del Patek Philippe Ora Universale 5530G, nel passare da un fuso orario all’altro, si preoccupasse solo di posizionare a ore 12 la città rappresentativa del fuso orario in cui viene a trovarsi.

Il cambio data… all’indietro  

A questo punto conviene che mi soffermi un po’ su questa caratteristica. Perché detta così sembra semplice ma non lo è. Dotare il precedente calibro Patek Philippe 240 HU dei meccanismi necessari a regolare in automatico anche la data, trasformandolo nel 240 HU C, non è stata un’impresa facile. Se si considera che la modifica ha richiesto l’aggiunta di 70 componenti per la sola data, a fronte di un aumento di spessore del movimento di appena 0,7 mm, la meraviglia è inevitabile.

Non solo, il Patek Philippe Ora Universale 5530G è in grado di far avanzare in automatico la data di un giorno, al superamento della mezzanotte, ma anche di farla indietreggiare nel solo caso in cui è possibile. Sì, perché, come i viaggiatori più attenti sanno, nell’oltrepassare da Ovest verso Est la linea internazionale del cambio data in pieno Oceano Pacifico, che sulla ghiera cade fra le città di Auckland (Nuova Zelanda) e l’atollo di Midway (Hawaii), la data deve essere spostata di un giorno, non in avanti ma indietro.

Non voglio appesantire il testo spiegandovi come la cosa sia tecnicamente possibile, ma vi rimando all’efficace video esplicativo che Patek Philippe ha preparato allo scopo. Questo vi mostra come si comporta il suo nuovo orologio “ore universali” durante un ipotetico viaggio da Tokyo (partenza alle ore 21:55 locali di un giorno qualsiasi) alle Hawaii (arrivo alle ore 9:55 locali del giorno precedente).

L’armonia del quadrante

L’altra sfida che il team Patek ha dovuto affrontare, nell’inserire una data con lancetta centrale in un quadrante già abbastanza ricco di informazioni, era quella di trovare una soluzione estetica sobria, che si integrasse nell’insieme con armonia. Patek l’ha vinta con qualcosa di inedito, anche per sé stessa. Il datario come sempre è posto sul réhaut ed è indicato tramite una lancetta trasparente, realizzata in vetro, che termina sui 31 numeri con una paletta di colore rosso. Meglio di così non si poteva fare.

Per il resto, la configurazione del quadrante opalino dalla tonalità blu/grigio è quella tipica delle Ore Universali. Con il disco perimetrale delle città del mondo, poi quello delle 24 ore con la funzione giorno/notte, quindi i 12 indici dell’ora locale. La zona centrale è decorata con il motivo “carbonio” presentato per la prima volta nel Calatrava Ref 6007A, prodotto per festeggiare l’apertura del nuovo sito produttivo di Plans-les-Ouates, nel 2020. Ed è poi apparso anche sui Calatrava 6007G, caratteristici per i tocchi di colore a contrasto.

240 HU C, il movimento complicato

Lo avete intuito: il movimento 240 HU C incassato nel Patek Philippe Ora Universale 5530G non è dei più semplici. La gestione della data dell’ora locale è garantita da un dispositivo brevettato, un differenziale composto da due ruote di innesto a “stella” concentriche. Come spiega Patek Philippe, quella esterna ha di diametro maggiore ed è dotata di 62 denti, quella interna più piccola conta invece 31 denti. Quando la stella esterna ruota in senso orario, la lancetta della data avanza di uno scatto in senso orario. Quando a ruotare in senso orario è invece la stella interna, la lancetta della data arretra di uno scatto in senso antiorario. Ma la funzione è molto più facile da usare che da raccontare.

L’autonomia, a seconda delle condizioni, d’uso oscilla fra un minimo di 38 ore (un giorno e mezzo) e un massimo di 48 ore (due giorni). Il calibro, ultrapiatto, ha uno spessore limitato a 4,58 mm ed è composto da 306 componenti montati su 37 rubini. La carica automatica legata alla gestualità del polso è assicurata da un mini-rotore decentrato in oro 22 carati a rotazione unidirezionale. Su di esso è inciso il logo della Manifattura, ovvero la Croce di Calatrava, raffigurata anche sulla corona. La lavorazione delle superfici metalliche delle varie parti del calibro – è inutile dirlo – si pone ai vertici della categoria. Patek Philippe per esibirla si avvale di un fondello in vetro zaffiro.         

Ultime info sul Patek Philippe Ora Universale 5530G

Vi rimando alle didascalie per osservare l’orologio in ogni minimo dettaglio, esterno e interno. Qui però mi preme, visto che il prezzo a cui il Patek Philippe Ora Universale 5530G non è dei più bassi, invitarvi a osservare il cinturino. Fatelo con attenzione e non fatevi ingannare dalla texture denim. Non si tratta infatti di un cinturino in tessuto o sintetico, bensì realizzato in pelle di vitello. Le cui impunture, manco a dirlo, sono fatte a meno. L’ennesima trovata con cui la casa ginevrina dimostra ancora una volta di saperci fare.

Veniamo al prezzo: 77.220 euro non sono pochi. Data però la complicazione “ora universale”, arricchita nel calibro 240 HU C dalla innovativa e brevettata funzione del datario, non è da considerarsi neanche esagerato. Chi acquisterà il Patek Philippe Ora Universale 5530G metterà al polso un orologio di gran classe, la cui estrema qualità è garantita dal Sigillo Patek Philippe. Di sicuro utile per quanti si sposteno spesso da un capo all’altro del mondo.