Tra le novità presentate da Chanel all’ultimo salone di Watches and Wonders Genève, la primavera scorsa, si trova una collezione di orologi simbolica: Le Temps du Lion. Simbolica in quanto fa riferimento all’animale feticcio di Gabrielle Chanel. Una figura ricorrente nell’orologeria della Casa attraverso numerose creazioni d’alta gamma, come per esempio le cosiddette montre-à-secret dei Mademoiselle Privé Lion. Nel caso della linea Le Temps du Lion si tratta invece di cinque esemplari-gioiello. Realizzati con la preziosa manualità dei mestieri d’arte, interpretano il re della foresta secondo le pose e le fogge di modelli celebri. Ma andiamo con ordine.
Il Leone secondo Mademoiselle
Il Leone era il segno zodiacale di Gabrielle Chanel, che era nata il 19 agosto. Il suo credo nell’astrologia la portava a vedere nel Leone un simbolo dal valore protettivo. E nel proprio personale carattere i riflessi della costellazione celeste: la forza, l’istinto, la generosità, la determinazione… Ma il Leone le ricordava anche Venezia, città in cui aveva soggiornato nei primi anni Venti insieme all’amica Misia Sert, in un periodo particolare della sua vita. Quel viaggio influì notevolmente sulla creatività e sul suo lavoro. La ricchezza storica della Serenissima, la bellezza degli scorci architettonici, la sontuosità dei mosaici bizantini provocarono in lei suggestioni così forti da diventare un’infinita fonte di ispirazione. E il Leone, l’emblema di San Marco onnipresente fra i ponti e i canali, finì per rappresentare non solo una figura benevola e portafortuna, ma anche un nume tutelare.
Tant’è vero che anni dopo, tornata a Parigi, Mademoiselle Coco ancora si circondava di oggetti e raffigurazioni del grande felino. Il suo studio al 31 di rue Cambon, tuttora immutato al secondo piano sopra la boutique, è zeppo di suppellettili e complementi d’arredo a forma di leone. In ottone, in pietra, in cristallo di rocca, in tanti materiali e in tutte le dimensioni, il leone fa capolino in ogni dove, spesso in coppia (per amor di simmetria). Non solo: lo si ritrova anche nella moda. Le giacche dei suoi famosissimi tailleur in tweed con i profili di passamaneria avevano spesso i bottoni lavorati a sbalzo con la testa del leone. Piccoli gioielli dorati, così splendenti che – si racconta – sui set fotografici dei servizi di moda li si doveva sporcare un po’, tanto erano abbaglianti di fronte all’obiettivo.
Una collezione preziosissima
Tutto questo deve essere stato ben presente nella mente di Arnaud Chastaingt e dei progettisti dello Studio de Création Horlogerie Chanel, quando hanno ideato la collezione Le Temps du Lion. Costituita appunto da cinque pezzi – tre lunghe collane, o per meglio dire sautoir, e due grandi bracciali rigidi -, allude a precedenti reali, facili da individuare nella vita privata di Gabrielle Chanel o nella sua amata Laguna. I cinque esemplari presentano i colori più rappresentativi della Maison: bianco, nero e oro. E sono tutti animati da piccoli ma precisi movimenti al quarzo Swiss made, necessari soprattutto per questioni di dimensione, di spazio limitato destinato alla meccanica. Soprattutto, i cinque orologi della collezione Le Temps du Lion sono tutti rigorosamente in tiratura limitata di 10 esemplari ciascuno, proprio perché realizzati con materiali preziosi, alte carature e un lavoro artigianale certosino.
Sono stati infatti realizzati negli atelier Chanel in place Vendôme a Parigi, dove gli artigiani più esperti e competenti nelle diverse tecniche dei métiers d’art creano le collezioni di alta gioielleria della Casa. Come gli incisori, capaci di realizzare autentiche sculture in 3D forgiate nell’oro. Oppure gli incastonatori, che con perizia e inesauribile pazienza montano a mano, una a una, gemme di ogni peso e taglio. Per la collezione Le Temps du Lion i maestri parigini hanno lavorato per mesi a stretto contatto con i tecnici dello Studio per sviluppare modelli in cera, in scala 2:1, e mettere a punto ogni dettaglio, ogni espressione dei diversi leoni. E, dopo la fusione, rifinire a mano i pezzi con le operazioni di lucidatura e satinatura, per poi procedere con le pietre preziose.
I sautoir Le Temps du Lion…
A partire dal Sautoir Lion Medaillon, un gioiello d’impronta Art Déco – un periodo artistico vissuto in prima persona dalla grande couturière. La lunga collana aperta è composta da due cordoncini simmetrici di fili d’oro giallo intrecciati, arricchiti da diamanti, boule d’onice sfaccettate a mano e tubicini in onice, oro e diamanti. Al centro spicca un medaglione con la testa del leone sempre in oro e diamanti, la cui costruzione ha rappresentato un’autentica sfida tecnica. È fatto di diversi componenti assemblati tra loro, ma non mostra alcuna vite né meccanismo. Rifinito da una fascia d’onice e da un giro di diamanti, rivela un piccolo quadrante sul lato posteriore. E nasconde in modo ingegnoso il sistema di rimessa all’ora, con un pulsantino invisibile a ore 6.
Anche il Sautoir Lion Cristal guarda all’Art Déco, ma deriva direttamente dalle “gocce” di un lampadario di cristallo che arreda l’appartamento di Mademoiselle. La testa del leone, scolpita nell’oro, si trova infatti incastonata su un pendente in cristallo di rocca. L’orologio si trova in una minuscola cassa, con il fondello incastonato da un diamante taglio princess, circondato da segmenti in cristallo di rocca. Qui la difficoltà maggiore sta proprio nel taglio e nella lavorazione delle gemme naturali, una varietà di quarzo (quarzo ialino), incolore e trasparente, che è stato trasformato in un prisma sfaccettato dalla punta piramidale e in piccoli elementi decorativi. La collana è una sottile catena in oro giallo, punteggiata di diamanti taglio brillante e canottiglie in cristallo di rocca.
Invece il Sautoir Lion Assis si rifà al Leone del Pireo: la maestosa statua in marmo bianco dell’antica Grecia posta – insieme ad altre tre – all’esterno del portale all’Arsenale di Venezia. Anche in questo caso, il ciondolo a forma di leone è scolpito nell’oro giallo e impreziosito da diamanti. La fiera siede orgogliosa su un piedistallo in onice, profilato da cordoncini in oro e diamanti baguette, che cela l’orologio. Alla base rivela il quadrante laccato. Sempre in oro giallo la collana, tempestata di diamanti taglio brillante, perline d’onice sfaccettate e cilindretti in onice, oro e diamanti. Anche qui il problema era inserire il movimento nella cassa/piedistallo e trovare un sistema per la rimessa all’ora. La soluzione? Posizionare, fra le baguette di diamanti, una baguette d’oro bianco che funge da pulsante. Basta un piccolo tocco con un dito nel punto preciso per spostare le lancette.
…e i bracciali a manchette
Per passare al bracciale a manchette Lion Secret. Il riferimento è di nuovo nell’appartamento parigino: la scultura di un possente leone con la zampa appoggiata su una sfera, simbolo di potere e protezione, presente in vari angoli del salone/biblioteca, riprodotta in marmo o in bronzo dorato. Lo Studio di M.Chastaingt ne aveva già tratto ispirazione per il Lion Astroclock. Qui è invece tramutata in un bassorilevo in oro, stagliato su uno sfondo d’onice, la palla sostituita da un brillante. All’interno racchiude l’orologio con la lunetta incastonata di brillanti e il quadrante laccato dall’effetto matelassé. La forma ottagonale del bracciale ricorda invece il tappo del flacone del N° 5. I problemi realizzativi posti da questo esemplare sono stati principalmente due. Uno, il peso del bracciale oversize, risolto rivestendo l’interno di titanio annerito. E poi la finitura delle ampie superfici di metallo, che hanno richiesto 35 ore di lavoro.
Infine, per concludere la serie de Le Temps du Lion, il bracciale à manchette Twin Lion. Che interpreta il tema del contrarié, un classico della gioielleria, con l’inedito felino. Notevoli per simmetria e realismo, le teste del leone in oro e diamanti guardano in due opposte direzioni e sovrastano due diamanti taglio smeraldo. Per assicurare maggiore leggezza e comfort al polso, anche in questo caso il bracciale è in oro e titanio annerito. L’orologio è integrato alla base del bracciale, proprio nel punto in cui si trova il sistema di apertura. I tecnici hanno perciò dovuto mettere a punto un sistema che permettesse al lato destro del bracciale di ruotare sul proprio asse, verso destra o sinistra, così da poterlo indossare. La lunetta profilata di diamanti è quindi divisa in due, mentre il quadrante è interamente in pavé di brillanti.