Portafortuna preziosi e, al tempo stesso, discreti, da indossare, ammirare e far risplendere. Van Cleef & Arpels arricchisce ancora la “fortunata” (a tutto tondo) collezione Alhambra, contraddistinta dalla forma del quadrifoglio, con minuziose creazioni di gioielleria artigianale che includono anche la misura del tempo. Con il nuovo orologio Sweet Alhambra, l’agata blu e l’oro giallo a motivo guilloché entrano come protagonisti nella linea che – da quando è nata, sul finire dei Sixties – non ha mai smesso di evolversi.
La fortuna secondo Van Cleef & Arpels
Il nome rimanda subito alla “cittadella rossa” di Granada, in Andalusia, evocata forse nelle forme arrotondate che ricordano le decorazioni moresche. Ma il significato più profondo è proprio quello di un intramontabile amuleto porte bonheur. Tenendo sempre fede a un gusto rétro, decisamente raffinato, e strizzando l’occhio a una filosofia di vita ben precisa, sintetizzata dalle parole di Jacques Arpels: “Per essere fortunato, devi credere alla fortuna”. Parola di chi sicuramente ci ha sempre creduto. E il rampollo della dinastia di gioiellieri, diventato negli anni Trenta Amministratore delegato della Maison, ne aveva ben donde. Si racconta fra l’altro che spesso raccogliesse quadrifogli dal suo giardino a Germigny-l’Evêque per regalarli al suo staff insieme a una copia della poesia Don’t Quit di Edgar Albert Guest, come invito a conservare sempre la speranza. Va da sé l’idea dei gioielli portafortuna.
Jacques è il nipote di quella Estelle che con il matrimonio con Alfred Van Cleef diede vita alla Maison parigina. Una storia d’amore tra un uomo e una donna, così come tra le pietre preziose (di cui il padre di Estelle era commerciante) e l’oro (Alfred era figlio di un artigiano orafo e broker di diamanti). Tra le creature più floride della loro discendenza c’è proprio la collezione Alhambra®, lanciata nel 1968 con il caratteristico motivo del quadrifoglio, rimasto nei decenni una vera e propria icona di fortuna, contesa (anche) tra star e nobildonne. Da François Hardy a Romy Schneider, da Grace Kelly a Charlene di Monaco, fino alle Royal Windsor (la regina Camilla e la principessa Cate in primis), dive e divine di ieri e di oggi si mostrano al pubblico di frequente con le creazioni Alhambra, portate con disinvoltura in parure.
Il tempo dell’Alhambra
In realtà non sappiamo quanta fortuna sia arrivata a chi ha indossato secret watch o pendenti quadrilobati. Possiamo solo immaginarlo. Intanto, è certo che la collezione ha rinnovato il modo in cui le signore indossano l’orologio, nonché quello in cui guardano l’ora. Un rinnovamento che, come spesso capita, parte dal passato. In questo caso, rievoca il tempo in cui gli orologi non si addicevano alle mise femminili. Gli storici hanno spiegato che lo stesso gesto di guardare l’ora era considerato di cattivo gusto. Per questo, le lancette venivano nascoste all’interno di oggetti preziosi, che tutto sembravano fuorché orologi. Da lì la moda dei secret watch, sempre perpetuata nel tempo dalla Casa parigina in una serie di varianti.
Ma non c’è limite alla fantasia, e nemmeno alla maestria. Infatti, dopo le numerose edizioni di esemplari a segreto anche in forma di sautoir (collane con pendenti, che custodiscono orologi), quest’anno è tornato il classico orologio Sweet Alhambra, un esemplare-gioiello dell’omonima collezione lanciata nel 2019. Una sequenza ininterrotta di quadrifogli in agata blu e in oro giallo guilloché, alternati, al centro dei quali un elemento poco più grande ospita le lancette, animate da un lillipuziano movimento elettronico. Una doppia file di perline che incornicia il quadrifoglio richiama i codici estetici della collezione Perlé e sottolinea il savoir-faire della Maison, che assembla e regola a mano ogni singolo componente dei suoi preziosi. Quindici, per l’esattezza, i passaggi che gli artigiani fanno per la realizzazione di ciascun orologio-gioiello della collezione, a partire dalla selezione delle pietre grezze.
Sweet Alhambra e Vintage Alhambra
In particolare l’agata blu, apparsa per la prima volta nella collezione Alhambra nel 1989, una varietà di calcedonio traslucido. Il colore intenso, la durezza 7 nella scala di Mohs e la naturale luminosità la rendono perfetta per essere intagliata, scolpita e lucidata, anche se la struttura microcristallina richiede capacità e competenze. Le lievi differenze cromatiche fra i diversi pezzi sono armoniosamente composte in successione dai maestri artigiani di Van Cleef & Arpels, che se ne servono per dare personalità e unicità a ciascun gioiello. Mentre la lavorazione guilloché appartiene alla grande orologeria di tradizione: la Maison la utilizza nei suoi esemplari fin dagli anni Dieci del secolo scorso, e poi dagli anni Trenta la applica anche ai vanity case e agli altri accessori tipicamente femminili: portacipria, minaudière, nécessaire… In tempi più recenti, esattamente nel 2018, entra a far parte della linea Alhambra.
Ma l’orologio Sweet Alhambra non è l’unica novità a interpretare l’audace accostamento materico. Lo si ritrova anche nell’anello reversibile Vintage Alhambra, presentato nel 2023 e quest’anno declinato in una nuova versione. Basta un gesto per far ruotare il corpo dell’anello su se stesso e mostrare da un lato l’agata blu e dall’altro il guillochage impreziosito da un diamante. Del resto, materiali, funzionalità e dimensioni non hanno mai smesso di dare dinamismo alla collezione Alhambra. Forse è questo il segreto della longevità e del successo della famiglia di gioielli. Allora, che scegliate l’anello reversibile Vintage Alhambra, l’orologio Sweet Alhambra, il pendente o la coppia di orecchini coordinati, poco importa. Questo “dolce” regalo (alla vostra lei, o a voi stesse) porterà un’intramontabile allure sofisticata e – chissà – un briciolo di fortuna. Che non guasta mai.