Attualità

Chronographe 1887: l’anima rétro di Eberhard & Co.

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«Impara a essere calmo e sarai sempre felice»: è una massima dello yogi indiano Paramahansa Yogānanda, vissuto nel secolo scorso. Mi è venuta alla mente pochi giorni fa, con l’uscita sul mercato dei nuovi Chronographe 1887 di Eberhard & Co. Per la messa a punto di questi due orologi la Maison de l’Aigle si è presa tutta la calma e il tempo di cui aveva bisogno, dal momento che li aveva presentati, poco più che prototipi, lo scorso aprile, a Watches and Wonders Geneva.

Quasi otto mesi di attesa, però, sono stati ben ripagati. Perché quello che avevamo avuto la possibilità di provare al polso, ben sapendo che si trattava di qualcosa di provvisorio, pare non tradire le attese, ora che è diventato un prodotto finito. Scrivo pare perché ancora non ho avuto la possibilità di toccare con mano le due versioni dei Chronographe 1887 definitivi, ma l’impressione è quella che il loro look and feel – come dice chi sa le lingue – sia il medesimo di quello provato nei saloni ginevrini la scorsa primavera.

Chronographe 1887: comodità e stile

Parto proprio da qui, da quell’esperienza di indosso, per dire che i Chronographe 1887 di Eberhard & Co. sono due orologi ben vestibili. Il diametro delle casse in acciaio, in entrambe le versioni, è di 41,5 mm, mentre varia lo spessore. Nelle referenze con calibro manuale, limitate a 250 pezzi, è di 13,9 mm, che salgono di un mezzo millimetro netto a 14,4 nella versione automatica, non limitata. Inutile sottolineare come un calibro manuale necessiti di minore spazio per via dell’assenza della massa oscillante, consentendo uno spessore della cassa più contenuto.

La comodità che ricordo al polso è data anche dalla curvatura delle anse, leggera quanto basta per evitare che diventino spigolose alle estremità, ma che fasciano il polso nella maniera corretta. Nel dare forma alla cassa, Eberhard & Co. si è ispirata al suo ampio retaggio storico, con un disegno che ricorda alcuni modelli del Brand degli anni ’30. Il tocco di modernità è dato dall’alternanza di finiture lucide e satinate tra lunetta, ansa e carrure.

Buona parte dell’aura vintage dei Chronographe 1887 deriva anche dalla corona. Ha il design conico, le dimensioni sovradimensionate e la zigrinatura bella tosta tipiche di un tempo. E ospita all’interno un pulsantone decorato con la E di Eberhard incisa: serve ad attivare la funzione flyback o ad azzerare il cronografo dopo che questo è stato attivato o fermato con il pulsante rettangolare a ore 2. Sì, perché su entrambe le referenze del Chronographe 1887, il calibro è arricchito dalla complicazione flyback.

Il lavoro sui calibri

Non torno sulle caratteristiche di questa complicazione, di cui potete leggere qui. Quello che mi interessa sottolineare è il fatto che Eberhard & Co. l’ha introdotta sia sull’automatico sia sul manuale – quando, in un’ottica di esclusività e anche di “risparmio”, avrebbe potuto utilizzarla solo nell’edizione limitata. Invece no. Io leggo questa scelta come un segno di fiducia nel proprio prodotto e, soprattutto, come una forma di rispetto per l’appassionato, al quale offrire una complicazione top di gamma indipendentemente dalla volontà di acquisto o capacità di spesa.

Il discorso sul flyback mi porta dritto dritto a parlare del movimento dei due orologi. Quello a carica manuale è il calibro EB 280, cronografo meccanico da 28.800 alternanze/ora e circa 63 ore di autonomia. Quello a carica automatica è l’EB 380, che lavora anch’esso a 4 Hz, ma ha una riserva di carica leggermente inferiore: 60 ore. Entrambi i movimenti sono stati appositamente sviluppati da Eberhard & Co. in collaborazione con Manufacture AMT e creati sulla base del calibro AMT 5100 con complicazione flyback e ruota a colonne. Nel cronografo manuale, quest’ultima è blu, a dare al calibro un ulteriore tocco di esclusività.

Manufacture AMT è una consociata di Sellita che ha sede a Granges, in Svizzera, e che ha in produzione anche movimenti di fascia alta. Sviluppa e produce calibri proprietari di livello superiore per terze parti che vogliono personalizzare i movimenti con il proprio design e le proprie specifiche anziché utilizzare calibri standard impiegati da altri. L’idea, nemmeno tanto nascosta, è che Manufacture AMT possa competere con produttori come Kenissi o La Joux-Perret. Oltre ai due movimenti del Chronographe 1887, uno dei progetti recenti di Manufacture AMT reso noto è il calibro TAG Heuer TH31-00, movimento proprietario con certificazione COSC incassato nell’Aquaracer 200 in oro massiccio.

L’estetica dei Chronographe 1887

Nella galleria fotografica trovate altre informazioni sul calibro e alcuni dettagli in più. Mi preme qui arrivare all’aspetto a mio avviso più interessante dei Chronographe 1887, al di là delle finezze tecniche della meccanica: il quadrante. O meglio, i quadranti. Perché per ciascuna delle due referenze, Eberhard & Co. ha scelto diverse versioni: guscio d’uovo o nero semi-opachi nella Édition Limitée (con una variante color bronzo e contatori cronografici argenté); bianco o nero lucido, argenté o blu Clous de Paris nell’Automatique. Tutte le versioni sono coerenti, ciascuna a proprio modo, con la vocazione heritage degli orologi.

Nello specifico, il quadrante guscio d’uovo è tremendamente vintage ed esalta la grafica scelta da Eberhard & Co. che, a parte pochi dettagli, si ritrova sugli orologi. La caratteristica principale è la presenza contemporanea di una scala telemetrica periferica e di una tachimetrica interna a chiocciola (assenti però sui quadranti Clous de Paris) che ricorda quelle degli anni ’30. Per un veloce ripasso sulla differenza tra scala tachimetrica e telemetrica andate a questa pagina

A differenziarli, invece, ci sono gli indici. Per l’edizione limitata del Chronographe 1887, Eberhard & Co. ha optato per gli indici a bastone, con la versione bronzo che reca al 12 e al 6 i numeri arabi. Nella versione automatica, gli indici sono in numeri arabi, lucidi e a rilievo; nelle referenze con quadrante a Clous de Paris coesistono indici romboidali sfaccettati e numeri romani applicati. Diverse opzioni in base al gusto di chi si avvicina a questi orologi.

Inequivocabilmente Eberhard

Il pensiero che mi è venuto vedendo finalmente sul mercato i nuovi Chronographe 1887 è che, in fin dei conti, ciò che rende piacevoli gli orologi di Eberhard & Co. è il loro stile riconoscibile. Il quale, a dirla tutta, ha sempre un non so che più italiano che svizzero, che gli deriva dalla storia e dal management attuale. Di conseguenza gli orologi del Marchio, che siano solo tempo o cronografi, da uomo o da donna, hanno personalità e stile.

Trovo la presenza audace e il look rétro di questa collezione divertenti e ammalianti. Così come trovo filologica la scelta di associare una fibbia ad ardiglione al cinturino in alligatore. Sono esemplari allo stesso tempo conservatori e massimalisti, contemporanei e vintage, essenziali e complicati. Queste contraddizioni intrinseche rendono tanti orologi di Eberhard & Co. affascinanti, cosa particolarmente vera per questi nuovi Chronographe 1887.