Non si parla d’altro. La LVMH Watch Week 2025 oggi e nei prossimi giorni terrà banco, unico argomento di conversazione nell’industria delle lancette. E non può essere altrimenti: è il primo evento internazionale dell’anno orologiero, la sola occasione per fare una scorpacciata di novità almeno fino al prossimo Watches and Wonders Geneva (per il quale però dobbiamo aspettare l’inizio di aprile). E non ha certo deluso le aspettative: per la prima volta la LVMH Watch Week 2025 ha riunito nove marche del Gruppo francese, anche quelle che finora erano rimaste in disparte, compresa l’ultima acquisizione.
Per riassumere. Accanto ai brand che partecipano alla manifestazione fin dagli esordi (a Dubai, nel 2020) – cioè Bulgari, Hublot, TAG Heuer e Zenith, per chi non lo ricordi -, lo scorso anno si erano aggiunti Daniel Roth e Gérald Genta, sotto la supervisione de La Fabrique du Temps. Per rinfrescarvi la memoria, potete andare a leggere qui. Ora invece è la volta di Louis Vuitton, Tiffany & Co. e L’Epée 1839. Pensate che l’elenco sia completo? In realtà brilla ancora per l’assenza Dior, che produce degli esemplari splendidi, soprattutto al femminile, e meriterebbe più attenzioni. Chissà, forse in futuro… Ma non divaghiamo.
Un’edizione doppia
Giunta alla sesta edizione, la LVMH Watch Week 2025 – lo abbiamo già scritto – si svolge in due tempi e in due sedi: il 21/22 gennaio a New York, per poi replicare il 30/31 gennaio a Parigi. La tappa nella Grande Mela ha luogo – come riporta il comunicato ufficiale – “nel cuore di Manhattan, presso l’iconico flagship store di Tiffany, The Landmark sulla 5th Avenue, e nelle vicine boutique Louis Vuitton e Bulgari”. A Parigi, si terrà invece nell’Hôtel Cheval Blanc Paris del Gruppo, oltre che nei negozi di diverse maison.
A quanto ha dichiarato lo stesso Frédéric Arnault, Amministratore delegato di LVMH Watches, “la decisione di organizzare la Watch Week negli Stati Uniti per il secondo anno consecutivo (nel 2024 era stata a Miami, ndr) riflette la posizione chiave di questo mercato”. Un mercato strategico, se non fondamentale, per LVMH. Il Gruppo conta infatti qualcosa come 1.128 negozi e oltre 43mila dipendenti negli States, numeri che nel 2023 hanno fruttato un 25 per cento delle vendite totali. Non servono commenti.
I pezzi chiave della LVMH Watch Week 2025
Ma bando alle ciance, passiamo agli orologi. Abbiamo fatto una selezione delle novità esposte alla LVMH Watch Week 2025 e vi presentiamo quindi gli esemplari più interessanti, secondo noi. Una scelta in certi casi facile – come per Daniel Roth, che ha lanciato un solo pezzo -, in altri più complicata. Abbiamo cercato di prendere in considerazione i tanti aspetti dei diversi modelli (tecnico, commerciale, storico, di immagine), tant’è che ciascuno meriterebbe un approfondimento (ma dovrete aspettare le prossime settimane). Però si tratta sempre di valutazioni arbitrarie, che potrebbero anche non trovare d’accordo qualcuno di voi. Per avere un quadro completo, vi invitiamo quindi a prendere visione di tutto ciò che è stato proposto direttamente sul sito o sui social delle varie marche. Poi, fateci sapere cosa ne pensate…
Cominciamo dall’orologio che abbiamo “sparato” in copertina, forse quello più emblematico dell’intera LVMH Watch Week 2025: il Serpenti Tubogas di Bulgari. Il quale – alla pari al suo omologo Serpenti Seduttori – monta un nuovo calibro automatico, concepito e realizzato “in casa”: il BVS100 Lady Solotempo. Importante non solo perché è la sintesi del savoir-faire accumulato nel tempo dalla Manifattura di Le Sentier, ma soprattutto perché rivaluta la collezione dal punto di vista meccanico. La famiglia di esemplari-gioiello, dopo decenni di movimenti al quarzo, si ricollega così idealmente alle origini, quando era fornita di meccaniche firmate dal gotha dell’industria orologiera dell’epoca. Non solo. Rivela quanto il pubblico femminile sia importante oggi per la Maison romana – in linea con una tendenza che sembra sempre più diffusa nel mondo delle lancette… Lo vedremo proprio a Watches and Wonders: ma è tutto ancora top secret, quindi andiamo oltre.
Preziose ed esclusive novità
Partiamo dall’alto-altissimo di gamma, dagli esemplari – complicati e non – in edizione limitata. Come l’Extra Plat Souscription di Daniel Roth, che si rifà direttamente all’orologio lanciato dal Maestro nel 1990. Rivisitato nelle proporzioni, ripropone i consueti codici stilistici di quel precedente – come il guillochage a Clou de Paris sul quadrante in oro massiccio, che richiede due giornate di lavorazione. Ma è equipaggiato da un nuovo movimento meccanico a carica manuale, il calibro DR002, sviluppato ad hoc dalla Fabrique du Temps Louis Vuitton, secondo tutti i sacri crismi della grande orologeria di tradizione. In 20 esemplari.
L’originalità del design è invece la chiave del Gentissima Oursin di Gérald Genta. Ispirato a un riccio di mare, deriva da un modello creato negli anni Novanta da Monsieur Genta in persona e allora prodotto in pochissimi pezzi. Oggi è realizzato in cinque versioni. Nella più appariscente – o per meglio dire flamboyant – ha la cassa completamente incastonata di microscopiche boule di opali di fuoco, ciascuna fissata da un piccolo perno in oro giallo, a riprodurre proprio gli aculei dell’animale marino. Nulla si sa né sulla tiratura limitata, né sul prezzo, se non che l’orologio dovrebbe essere in vendita in maggio.
Sempre a proposito di preziosità che rimandano al passato, l’orologio Bird on a Rock Tsavorite di Tiffany & Co. riprende l’omonima spilla realizzata nel 1965 dal grande designer di gioielli Jean Schlumberger. Qui però l’uccellino non si trova più sull’enorme diamante giallo, il celebre Tiffany Diamond, appunto. Invece è posato su un anello rotante in baguette di tzavoriti, il cui colore verde risalta nella cassa interamente tempestata di diamanti incastonati a neve, come il quadrante. Il risultato è uno strabiliante pezzo di alta gioielleria, che avrà ovviamente una produzione limitata di pochi pezzi all’anno.
Altri highlight della LVMH Watch Week 2025
Un legame con il passato ce l’ha anche il Tambour Convergence di Louis Vuitton, che ci ha colpito per l’originale eleganza. Un orologio di gran classe, che si rifà agli esemplari digitali tipici dell’Art Déco: i cosiddetti montre à guichet, con la cassa “chiusa”, priva di quadrante, e il display ridotto a due finestrelle che mostrano le indicazioni orarie tramite dischi rotanti. La nostra favorita è la versione in oro rosa, così chic da togliere il fiato. Sia chiaro, senza nulla togliere alle varie edizioni del nuovo Tambour Taiko Spin Time, che però sono variazioni sul tema dell’esemplare uscito nel 2009 e da allora rimasto un’icona del Marchio…
Non ce ne vogliano nemmeno gli amanti del tourbillon se al Verde Saxem preferiamo il Big Bang Meca-10 di Hublot. Che è uscito nel 2016, è vero, ma nella nuova riedizione – con la cassa più piccola e compatta – sembra quasi un altro orologio. Le tre modernissime versioni, in titanio, King Gold (l’esclusivo oro della Casa) o carbonio nero, hanno infatti un nuovo calibro a carica manuale scheletrato – alleggerito, o meglio “ottimizzato”, come lo definiscono in quel di Nyon. Visibilmente diverso dal predecessore, e non solo perché è colorato da un processo galvanico che lo abbina al materiale della cassa, segna una marcata evoluzione rispetto al precedente. Ma mantiene sempre i fatidici 10 giorni di autonomia che l’hanno reso famoso.
Cronografi & Co.
Con il ritorno al ruolo di cronometrista ufficiale conquistato di recente, il nuovo Formula 1 di TAG Heuer potrebbe sembrare ovvio, quasi scontato. In realtà è un bel modo per rendere omaggio alla lunga tradizione del Marchio nei motorsport. E non solo per i tanti richiami estetici alle monoposto (gli indici, per esempio). Soprattutto perché il cronografo ora monta finalmente un movimento automatico – e spezza così la consuetudine del quarzo della collezione. Un salto di qualità, dunque, per i cinque nuovi modelli in titanio, dal formato XL ma ugualmente mettibili anche da chi non ha il polso poi così massiccio. Al top spicca la referenza dedicata al team di Oracle Red Bull Racing, che celebra la partnership attiva dal 2016.
Sempre in tema di esemplari sportivi per definizione, da citare anche il Defy Skyline Chronograph Skeleton di Zenith. Attesissimo dai fan della Marca, sostanzialmente reinterpreta la versione dello scorso anno in chiave scheletrata (e più “cattiva”). Il celeberrimo El Primero 3600, introdotto nel 2019, è stato infatti del tutto traforato e ora fa bella mostra di sé sotto i tagli geometrici del display. La versione blu – secondo noi – è la più suggestiva, con quei lampi di viola dei rubini e del silicio (per la ruota di scappamento e l’ancora) che risaltano fra i componenti blu della meccanica, in perfetto pendant con il quadrante. Restano chiaramente identiche le prestazioni, cioè la capacità di misurare il 10° di secondo tramite la lancetta centrale.
Merita un cenno infine la Watch Box di L’Epée 1839. Interamente in vetro acrilico, serve da espositore per un singolo orologio. Non siate delusi, non è tutto qui: la creazione è equipaggiata da un sistema meccanico che solleva l’orologio e apre il coperchio. La storica Manifattura non si smentisce mai.
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