Tra le novità di Speake Marin che saranno presentate a Watches and Wonders Geneva, spiccano due nuovi modelli della collezione Resilience. Una collezione che è ormai un classico, così come improntate alla tradizione britannica sono tutte le scelte del Brand. Le nuove proposte di Speake Marin sono il Resilience Gold e il Resilience Titanium: very British, very classy. Ci concentreremo oggi soprattutto sul Resilience Gold, ma prima introduciamo uno dei punti di forza di entrambi gli orologi: il quadrante in smalto.
Smalto, ma perché?
Come sa chi ci segue anche nella sezione storica del Giornale degli Orologi, smalti e orologi sono un connubio vincente. L’arte dello smalto è antichissima: conosciamo esempi di smaltatura sin dai tempi degli Egizi. Polveri minerali, in proporzioni accuratamente calibrate, posate su un substrato idoneo e riscaldate ad altissima temperatura, fondevano e vetrificavano. Al termine del processo, dopo un’ultima lucidatura, il risultato era uno strato vitreo dai colori sgargianti.
La perfezione della superficie, l’inalterabilità del colore, le cromie ottenibili aprirono la strada a diversi utilizzi. Se da una parte, in ambito orologiero, si pensò subito a decorare le casse, fu agli inizi del XVIII secolo che i primi quadranti bianchi videro la luce. Si sarebbero potuti ottenere – come in molte pendole – semplicemente dipingendo una lastrina di materiale idoneo, senza problemi. Ma, col tempo, sarebbero ingialliti. Lo smalto, invece, anche a distanza di secoli si mantiene fedele a sé stesso: perfetto, lucente, sfondo ideale su cui leggere l’ora.
Smaltare, però, era ed è tuttora un’arte. Per ottenere la vetrificazione si devono raggiungere alte temperature e l’intero processo è veramente critico. Speake Marin per il quadrante del proprio Resilience Gold ci parla di Grand Feu. Il Gran Fuoco è, nell’arte dello smalto, il passaggio ad alta temperatura, indispensabile per la vetrificazione. Si tratta di una fase molto critica: si rischia di ammorbidire – per non dire peggio – la lastra che deve essere smaltata, e rovinare tutto. Ecco quindi che Speake Marin rivisita l’arte dei quadranti smaltati, introducendo nuove tecnologie. Vediamole insieme.
Il quadrante dello Speake Marin Resilience Gold
Il risultato è perfetto, indubbiamente. Ma nulla, in orologeria, è frutto del caso. Per ottenere quadranti impeccabili e che, pur nella loro sobrietà, siano delle vere dichiarazioni di stile, serve un’alchimia molto speciale. In primo luogo, la scelta del materiale di substrato: la lastra che diverrà il quadrante vero e proprio. Speake Marin ha scelto l’Inconel, una lega di nickel, cromo e altri elementi che ha la caratteristica di “reggere” temperature anche molto alte, senza deformarsi.
Una micro-lavorazione intermedia della lastra crea un effetto a buccia d’arancia impercettibile, ma fondamentale. Avviene in questo stadio la cosiddetta smaltatura a secco. In questo modo, si aumenta la superficie di contatto e un primo strato di polvere di smalto “aggrappa”, come si dice in gergo, in modo ottimale. Lo smalto bianco scelto è giapponese: difficile da lavorare, ma garanzia di risultato impeccabile. La cottura avviene intorno agli 800°C, per circa cinque minuti.
Si passa, quindi, alla fase di raffreddamento, per poi tornare a smaltare. Per arrivare all’ultimo stadio sono necessari cinque passaggi in forno: qualsiasi imperfezione, nei tempi o nei materiali, è inaccettabile. Comprometterebbe il risultato finale. Ogni transizione di temperatura è un’operazione da gestire con maestria. Terminata l’ultima passata in forno, e dopo il raffreddamento in condizioni controllate, si passa alla lucidatura finale.
La classe come scelta
Ammirato il candore come elemento portante dello Speake Marin Resilience Gold, vediamo ora l’esemplare nel suo complesso. Restando al quadrante, le ore sono in XII, in cifre romane, nere, contrastanti con eleganza con la minuteria esterna a chemin de fer, in blu. Sempre blu sono le lancette, il logo del marchio e una piccola vite al centro del quadrante, con soli fini estetici. Un tocco di originalità è nel posizionamento del quadrante dei piccoli secondi, collocato ad ore 1.30. Leggibilità perfetta, un’aria rétro ma non seriosa: promosso, su tutti i fronti.
La cassa è in oro rosso 5N, derivata dalla celebre Piccadilly, nella reinterpretazione che Eric Giroud lanciò nel 2017. Con un diametro di 38 mm e uno spessore di 10,5, attira lo sguardo di chi sa cogliere la qualità, senza mai scivolare nell’ostentazione. La corona di carica, conica, che contraddistingue il Brand, è sapientemente progettata per conciliare ergonomia, presa sicura e buon bilanciamento visivo con le forme circostanti. L’equilibrio delle linee, morbide senza indulgere al lezio, rende l’orologio, comunque elegante, perfettamente fruibile anche in occasioni meno formali. Sempre con classe, naturalmente. Il fondello a vista permette di ammirare il movimento, che ora andiamo a conoscere.
Meccanica, tra arte e tecnica
Per il Resilience Gold, la Maison svizzera ha adottato il calibro SMA03, di manifattura, in quanto prodotto da Le Cercle Horlogers, l’atelier di La Chaux-de-Fonds che fa capo a Christelle Rosnoblet, l’imprenditrice svizzera proprietaria anche della stessa Speake Marin. ll movimento è a carica automatica, con microrotore in tungsteno, bilanciere a 4 Hz (28.800 alternanze/ora) e autonomia di 52 ore, se caricato a fondo. Il look del movimento è ai migliori livelli, con Côtes de Genève sottili e anglage per i ponti. La scelta di una finitura rodiata nera per la platina superiore e per i ponti contribuisce a un indiscutibile fascino.
Il lancio commerciale è previsto per la fine di aprile 2025 e il prezzo di listino in Svizzera è di 26.900 franchi, al netto delle tasse.