Tempo di numeri e di bilanci per Swatch Group. Come ogni anno, questa mattina l’Amministratore delegato Nick Hayek ha presentato ai giornalisti internazionali i dati relativi al 2022. Una conferenza stampa di oltre un’ora, nella quale però i numeri hanno occupato solo una decina di minuti. E che diavolo, penserete voi: dieci minuti per un anno di conti per un colosso come Swatch Group?
Sì, perché il senso della conferenza stampa è stato tutto condensato nei cinque minuti di introduzione fatti da Nick Hayek, quando ha parlato del 2022 come di un anno «interessante e perfetto» per un gruppo che ha in sé tanti brand emozionali. Perché, ha detto il Ceo, nel 2022 «sono tornate le emozioni, le persone hanno avuto voglia di esprimerle e di incontrarsi».
I relatori
E all’insegna delle emozioni è stato l’appuntamento a Bienne poiché sul palco dei relatori, oltre a Nick Hayek, c’era sì il Cfo Thierry Kenel, l’uomo dei numeri, ma anche altri manager chiave del gruppo. Che hanno dato spazio alle emozioni, ciascuno per il proprio ambito.
Ha iniziato Marc Hayek, Presidente e Ceo di Blancpain, che ha parlato dei 70 anni del Fifty Fathoms, il primo orologio subacqueo moderno, attraverso video storici e contemporanei. Lo ha seguito Raynald Aeschlimann, Presidente e Ceo di Omega, che ha raccontato la genesi dell’innovativa tecnologia Spirate, una spirale del bilanciere che consente regolazioni finissime della marcia dell’orologio, con una garanzia di precisione straordinaria. Senza dimenticare, naturalmente, il nuovo Speedmaster Super Racing, il primo orologio a montare questa tecnologia.
Poi una parte importantissima del business di Swatch Group, la formazione delle nuove generazioni di tecnici orologieri. Ne ha parlato Reto Kohli, responsabile degli apprendisti e delle scuole di orologeria Nicolas G. Hayek, le quali formano ogni anno centinaia di nuovi tecnici. Perché, come ha detto Nick Hayek introducendo il suo intervento, «dobbiamo essere attrattivi verso le nuove generazioni e portare i giovani a entrare nelle aziende e a creare prodotti, non solo a riflettere su di essi in maniera teorica». Generazione Z, a me gli occhi… e le competenze.
MoonSwatch ancora protagonista
E, a proposito di Generazione Z, Nick Hayek si è tenuto per ultimo l’intervento sul fenomeno MoonSwatch, l’orologio che ha stregato i ragazzi ma non solo. L’orologio che ha fatto rivivere le scene di entusiasmo collettivo che hanno caratterizzato i primi anni del Brand, ormai tre decenni or sono. L’orologio, in sostanza, più emozionale del 2022.
Hayek ha lanciato un video di una decina di minuti che ha ripercorso il boom del MoonSwatch, esploso il 26 marzo dello scorso anno. Un boom che ha portato Swatch a vendere oltre un milione di pezzi negli ultimi 12 mesi, con un hype mai visto sui social media e un successo commerciale che è diventato subito un fenomeno di costume. Come nel 1983, quando un orologio di plastica, colorato, salvò l’agonizzante industria svizzera delle lancette.
I numeri del rapporto annuale di Swatch Group
Per quanto riguarda i freddi numeri, ci arrivo. È vero, nell’oretta e passa di conferenza stampa si è parlato di emozioni, ma le cifre avrebbero dovuto essere il fulcro della presentazione. Oddio, qualcuno è in grado di emozionarsi anche con grafici, percentuali e cifre, e sicuramente per costoro l’intervento di Thierry Kenel sarà stato elettrizzante. Io, senza entrare nel dettaglio dei segmenti più specifici dell’industria di Swatch Group, negli investimenti, negli asset liquidi e illiquidi dell’azienda, mi limito ai numeri secondo me più significativi del 2022 sul 2021. Gli altri li potete leggere qui. Tutte cifre in franchi svizzeri, naturalmente.
Utile netto: +6,3%, da 774 milioni a 823 milioni. Margine netto pari all’11% dal 10,6%. Fatturato netto di 7,5 miliardi, pari al +4.6% rispetto all’esercizio precedente, a tassi di cambio costanti, al +2,5% ai tassi di cambio attuali. Incremento del fatturato del 25% in valuta locale in tutte le regioni, ad esclusione della Cina, dove i lockdown dovuti al Covid hanno comportato un mancato guadagno di oltre 700 milioni.
Utile operativo pari a 1 miliardo e 158 milioni, da 1 miliardo e 21 milioni del 2021. Margine operativo pari al 15,4% contro il 14% dell’esercizio precedente. Cash flow operativo di 724 milioni, calato dal miliardo e 298 milioni dell’esercizio precedente, soprattutto a causa dell’aumento delle scorte di sicurezza a scopo precauzionale. Liquidità netta elevata di 2 miliardi e 540 milioni contro i 2 miliardi e 558 milioni dell’esercizio 2021.
Per quanto riguarda le vendite, il 32% è avvenuto nell’area della cosiddetta Greater China, il 27% in Europa, il 24% in Asia e Medio Oriente e il 15% nelle Americhe. In generale, in Europa, Usa, Medio Oriente e nella maggior parte dei mercati asiatici si sono registrate vendite a doppia cifra, non solo a livello di Swatch Group ma anche nelle boutique di proprietà di marchi come Swatch, Breguet, Harry Winston e Omega.
La solidità di Swatch Group
Siccome Swatch Group è un’azienda quotata in Borsa, la sua ricchezza è anche quella degli investitori. Ecco dunque che il Consiglio d’amministrazione ha deciso di proporre un dividendo di 6 franchi per azione al portatore e di 1,20 per azione nominativa. Nell’esercizio precedente erano di 5,50 e 1,10 franchi.
Insomma, tante emozioni ma anche tanti bei soldoni. Perché Swatch Group era e rimane un gruppo solido e in salute, capace di occupare in maniera stabile e coerente tutte le fasce di prodotto dal basso all’altissimo di gamma. Ma capace soprattutto di produrre ricchezza, occupazione e di fare cultura in un’industria, quella degli orologi, che è diversa da tutte le altre industrie del lusso. Un’industria in cui alla base di tutto, oltre alla sapienza artigiana e alla tecnologia, c’è proprio l’emozione. Ecco perché, come ha detto ancora Nick Hayek, il 2022 con la sua voglia di ritorno alle emozioni è stato «un anno perfetto per un consumer brand e un gruppo come Swatch». E se lo certificano anche i numeri, qualcosa di vero c’è.