Attualità

Chanel Interstellar, viaggi astrali per polsi ipergalattici

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Chanel Interstellar è il titolo della collezione presentata quest’anno a Watches & Watches Genève dalla Maison parigina. Ben rappresentata dallo spazio espositivo – una sorta di ponte di comando di un’astronave candida, popolata da statici androidi neri -, prende ispirazione “dall’universo sci-fi, dai viaggi nello spazio e nel tempo”, come spiega la cartella stampa. Ed è estremamente ricca e variegata, composta da ben 23 esemplari di tutte le famiglie di orologi in catalogo.

Ma Chanel Interstellar è anche il nome di una capsule collection a tema. Che non include i pezzi unici o quelli di alta orologeria come il Lion Astroclock o il Mademoiselle Privé Sautoir Lion, ma si concentra su particolari creazioni, più accessibili anche se ugualmente esclusive. Sette orologi a tema, “dai motivi pixellati, con circuiti stampati, giochi di fosforescenza, charm a forma di stelle e robot 3D”, che danno una particolare interpretazione del J12, del Première, del Boy-Friend e del Code Coco circoscritta nel tempo. In produzione limitata, saranno infatti in vendita solo fino alla fine dell’anno.

Le premesse

Chi pensa tuttavia che questo argomento sia del tutto estraneo dall’immaginario della Casa dalla doppia C, evidentemente non conosce Chanel. Né il passato impresso da Mademoiselle Coco, né l’attualità di Patrice Légueraud e di Arnaud Chastaingt, le due figure alla guida degli Studi creativi rispettivamente della gioielleria e dell’orologeria Chanel.

Per intenderci, la prima (e unica) collezione di Haute Joaillerie lanciata da Gabrielle Chanel nel 1932, Bijoux de diamants, verteva in gran parte su soggetti cosmici: le stelle, le costellazioni, gli astri… Celeberrimo è rimasto nel tempo il collier Comète, a buon diritto entrato nella storia del costume come capostipite di più generazioni di esemplari.

Nel 1993, quando la divisione Chanel Joaillerie apre i battenti, quell’universo astrale conosce ampi sviluppi, che si perpetuano ancora e ancora nei decenni successivi. Lo dimostrano per esempio le collezioni Eléments Célestes del 2005 e in tempi più recenti Chanel 1932, che rinnova la tradizione e la reinterpreta con creatività. Del resto, tutti gli elementi senza tempo inventati da Mademoiselle ritornano, adattati e modificati, nella moda e negli accessori della Maison, via via rivisitatati con il gusto del momento.

Lo stesso Arnaud Chastaingt li traferisce al polso, li filtra con la propria sensibilità e li arricchisce con le suggestioni del mondo di oggi. Pescate, nel caso della capsule Chanel Interstellar, nel mondo delle esplorazioni scientifiche come nell’ingegneria elettronica, in un mix di scienza e fantascienza, di realtà e fantasia condite con un pizzico di umorismo.

Il J12 Cybernetic

Cominciamo dal J12, l’esemplare simbolo del Nuovo Millennio che ha impresso un nuovo corso non solo all’orologeria Chanel ma all’intero settore. L’inedito motivo a pixel del J12 Cybernetic dona alla cassa in ceramica un’immagine digitale, quasi alla Seurat, che però sembra sfuggire dalla griglia della composizione come fosse attratta all’esterno da qualche potente forza gravitazionale.

Un effetto reso possibile dall’esperienza del J12 Paradoxe ma che ha comportato ulteriori difficoltà durante le fasi di fabbricazione. I tecnici della Manifattura a La Chaux-de-Fond, che realizzano la ceramica degli orologi Chanel (e non solo), hanno infatti dovuto creare un nuovo stampo per la componente destra della cassa e mettere a punto nuove operazioni di rettifica delle parti esterne verticali, così da ottenere una superficie piana e uniforme.

La lunetta in acciaio – eccezionalmente fissa, per non mutare il gioco dei pixel – è invece realizzata con un inserto in vetro zaffiro dipinto di vernice nera e bianca. Riguardo alla meccanica, il J12 Cybernetic monta il calibro 12.1 con 70 ore di autonomia e certificazione Cosc. Che si può correttamente definire “di manifattura” in quanto prodotto, come già scritto altrove, da Kenissi, di cui Chanel è comproprietaria.

Gli altri J12 della capsule Chanel Interstellar

Più consueti nelle forme, ma ugualmente originali, gli altri due J12 della capsule collection sono accomunati da effetti luminescenti. Il J12 Interstellar, interamente in ceramica ad alta resistenza nera, nel quadrante in lacca “glitterata” da diamanti e da tocchi di Super-LumiNova evoca, quasi fosse avventurina, un cielo stellato. Una notte galattica oltretutto attraversata da una cometa in movimento – ovvero dalla lancetta centrale dei secondi con il contrappeso a forma di stella. Da segnalare anche qui la presenza del calibro 12.1 realizzato “in casa”.

In ceramica ad alta resistenza bianca lucida, invece, è il J12 Cosmic, decorato da una grafica pop, che potrebbe ricordare quella del J12.20. Qui però il quadrante è rivestito di materiale luminescente, al di sopra del quale sono posizionati diamanti e stickers fantascientici: tra navicelle spaziali, pianeti, stelle, ufo e astronauti spicca anche la silhouette di Mademoiselle Coco, in un gioco di doodle astrali. Come nel precedente esemplare, la lunetta fissa con inserto in vetro zaffiro è ornata da un pattern baguette.

I Première, il Boy-Friend e il Code Coco

La rassegna della capsule Chanel Interstellar prosegue poi con i Première. L’orologio apparso per la prima volta nel 1987 rivela tutta la propria atemporalità nelle due nuove, divertenti versioni: il Première Robot e il Première Lucky Star. Nel primo, la tipica cassa ottagonale diventa il corpo cibernetico di un robottino in oro giallo, con la testa e gli arti meccanici in titanio annerito, ceramica, diamanti e onici cabochon. Nel secondo, al posto della corona, la cassa in acciaio acquista un charm a forma di stella tempestato di diamanti taglio brillante.

Quindi il Boy-Friend Cyberdata, con la cassa ottagonale in acciaio annerito da un trattamento Adlc (Amorphous Diamond like Carbon, un rivestimento di superficie che trasferisce sulla superficie del metallo le particelle di carbonio amorfo così da renderlo più resistente ai graffi: un processo “sotto vuoto” che qui richiede 5 giorni di lavorazione). Il quadrante laccato in questo caso è come un prezioso chip, un circuito integrato decorato da diamanti.

Infine il Code Coco Cybergold, con la cassa in acciaio Adlc nero e il quadrante laccato, integrati nel cinturino matelassé in pelle d’oro. Un materiale che ricorda certe tute spaziali laminate, indossate dagli astronauti con funzione di isolamento termico o di protezione dalle radiazioni cosmiche. Notevole qui è la costruzione del lettering in rilievo, in lega metallica rivestita da un trattamento galvanico d’oro e poi fissate saldamente all’interno del cinturino una ad una, con apposite piastrine sagomate. Meglio evitare che qualche lettera si stacchi e possa vagare in eterno nell’iperspazio…