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Parigi 2024, Omega fa il tris di orologi

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Non si può dire che Omega, in qualità di cronometrista ufficiale delle Olimpiadi di Parigi 2024, non si sia mossa per tempo nella creazione di orologi dedicati alla ricorrenza. A un anno esatto dall’inaugurazione dei Giochi, il 26 luglio 2023, aveva presentato a Parigi il Seamaster Diver 300M Parigi 2024, in concomitanza con l’avvio del countdown olimpico.

Poi, a metà aprile, a 100 giorni dalla cerimonia di apertura, è stata la volta dello Speedmaster Chronoscope nei colori della competizione. Infine, eccoci sotto data con il terzo orologio olimpico, il Bronze Gold Edizione Parigi 2024. Una sorpresa, una scelta che predilige l’eleganza alla sportività. Proprio per questo motivo parto da lui, non solo perché è la novità.

Bronze Gold Edizione Parigi 2024: la novità

Con il Bronze Gold Edizione Parigi 2024 Omega compie un’operazione interessante. Riesce a condensare in un orologio dall’estetica classica buona parte dei richiami alla sportività e alla tradizione olimpica che caratterizzano il Marchio. Parto dai materiali. La cassa è una bella misura da 39 mm di diametro per 11,7 mm di spessore, creata in Bronze Gold, da cui il nome della referenza. 

Come i più attenti di voi sapranno, si tratta di una lega proprietaria di Omega, al pari del Sedna Gold, del Moonshine Gold e del Canopus Gold. La troviamo anche in una referenza dello Speedmaster Chronoscope e in un Seamaster 300.

Il vantaggio di avere una fonderia propria, sta anche in questa capacità che ha il Brand di creare leghe uniche. Il fatto che il Bronze Gold sia costituito da oro (37,5%), palladio e argento può interessare o meno. Ciò che mi attira di più è la tonalità particolarmente calda di questo materiale, che ben ricordo perché ho potuto provare sia il Chronoscope, sia il Seamaster 300.

Quindi Bronze Gold, ossia due metalli delle medaglie olimpiche. E l’argento? Voilà, eccolo nel quadrante, realizzato interamente con questo metallo, come ricorda la dicitura Ag925 al centro. L’estetica molto classica è un’alternanza di lavorazioni a Clous de Paris e a satinatura circolare. La prima si trova nella parte centrale del quadrante stesso e in quella dei piccoli secondi a ore 6; la seconda è invece nell’anello dei piccoli secondi e nel doppio giro esterno della minuteria. Molto bello il logo Omega, che nel Bronze Gold Edizione Parigi 2024 è scritto con i caratteri che aveva negli anni ’30.

Con un occhio alla tradizione

Perché è lì che si trova l’altro richiamo alla tradizione olimpica del Brand. Se il suo impegno come cronometrista dei Cinque cerchi risale ai Giochi di Los Angeles 1932, di pochi anni posteriore è l’orologio al quale si ispira, nell’estetica, il Bronze Gold Edizione Parigi 2024: la cosiddetta referenza CK 859 del 1939. Un pezzo cui Omega aveva già reso omaggio alcuni anni fa con un’edizione numerata in acciaio, anch’essa con quadrante in argento ma liscio, lancette e indici azzurrati.

Il tocco di classe di quell’edizione numerata era il fondello in vetro zaffiro, che consentiva la visione del calibro Omega 8926 a carica manuale. Lo stesso calibro incassato nell’edizione per Parigi 2024, il cui fondello è però chiuso per consentire di ospitare il logo dei Giochi. Un peccato, perché le finiture del calibro 8926 sono superlative, per essere un movimento industriale; merito soprattutto delle Côtes de Genève radiali sui ponti. Oltre all’estetica c’è anche tanta tecnica, poiché parliamo di un calibro Co-Axial certificato Master Chronometer dal METAS, con tutto ciò che questo significa

Speedmaster Chronoscope Parigi 2024: medaglia d’oro (Moonshine)

Nel rimandarvi alle didascalie per ulteriori dettagli sull’orologio, passo agli altri due esemplari che Omega ha creato per le Olimpiadi di quest’anno. Parto dal più recente, lo Speedmaster Chronoscope Parigi 2024. Un orologio che ha le medesime caratteristiche della collezione lanciata nel 2021 e di cui ho scritto in questo articolo, al quale potete fare riferimento per rinfrescarvi la memoria sui dettagli generali della linea. Che viene estesa con gli orologi olimpici introducendo nuovi materiali e nuovi colori.

Sono infatti due gli Speedmaster Chronoscope Parigi 2024, uno con cassa in acciaio e uno con cassa in oro Moonshine, usato per la prima volta in collezione. Per entrambi le stesse misure: 43 mm per 13 mm e una distanza da ansa ad ansa di 48,6 mm. Oltre al materiale della cassa, li distingue anche quello della lunetta: nella referenza in acciaio è in alluminio anodizzato, in quella in oro è in ceramica nera.

Il quadrante è identico nelle due referenze: opalino bianco-argentato con la configurazione del Chronoscope a due contatori, che sono scuri a contrasto. Hanno una finitura concentrica che riprende quella del disco della minuteria, i cui indici in numeri arabi sono in oro Moonshine. Tonalità dell’oro che si trova sui numeri e sulle scale dei due contatori, sulle lancette del cronografo e su quelle di ore e minuti.

Il calibro e il bracciale

Come nel caso del Bronze Gold Edizione Parigi 2024, anche in questi orologi il fondello è chiuso. E, come sopra, è un peccato. Il calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 9908 presente nella cassa della referenza in acciaio, così come il 9909 alloggiato in quella in oro, hanno anch’essi una finitura eccellente. Si tratta dello stesso movimento a carica manuale impiegato nello Speedmaster ’57 (là ha in più la data), con la platina a 3/4 lavorata a Côtes de Genève radiali che originano dal bilanciere, posizionato in basso a destra. Il cronografo ha la ruota a colonne con innesto verticale e il doppio bariletto, per un’autonomia di 60 ore. 

Lo Speedmaster Chronoscope per Parigi 2024 può essere scelto con il bracciale metallico associato alla cassa, dotato di fibbia pieghevole con microregolazione, oppure con un cinturino in pelle con fibbia ad ardiglione. Il cinturino è traforato e sportivo nella versione in acciaio, liscio ed elegante in quella in oro.

Seamaster Diver 300M Parigi 2024: scintillante

L’orologio meno recente lanciato da Omega per Parigi 2024 è il Seamaster Diver 300M, che compie oggi un anno. Ha in sé i tratti che lo caratterizzano fin dagli esordi della collezione, ragion per cui ha scelto di distinguersi per un dettaglio ben visibile: la lunetta in oro Moonshine, lega che per la prima volta il Brand impiega in questa gamma. Ha la scala di immersione in rilievo positivo, con i numeri ulteriormente messi in risalto dalla finitura lucida che contrasta con quella grené della lunetta. Una lavorazione che personalmente trovo molto elegante e che Omega ha riservato, all’interno della collezione, ad alcune referenze particolari.

Mi vengono in mente quelle dei primi anni 2000 dedicate all’America’s Cup o alcune create in occasione del rilancio della collezione, nel 2018. Tra di esse il modello di punta in titanio, tantalio e oro Sedna, con questa lega che arricchiva la corona, la valvola di decompressione, alcuni elementi del bracciale e la lunetta. Tra gli orologi olimpici, ricordo il Seamaster Diver 300M dedicato ai Giochi invernali di Pechino 2022, con lunetta in rilievo in titanio come quella del Nekton Edition.

È tutt’oro quel che luccica

Il quadrante in ceramica bianca ha il motivo a onde che troviamo sulle referenze moderne del Seamaster Diver 300M; ha una finitura opaca sulla quale spiccano le creste lucide delle onde. Nel quadrante vi sono sottili riferimenti alle Olimpiadi di Parigi 2024; il carattere tipografico dei numeri del datario è il medesimo di quello dei Giochi e il logo dell’evento è presente sulla lancetta dei secondi, a due terzi circa della lunghezza. Un escamotage che dà alla lancetta un sapore “lollipop” leggero e sportivo.

A proposito di lancette, quelle del Seamaster Diver 300M Parigi 2024 hanno un trattamento Pvd in oro Moonshine e gli indici delle ore, applicati, sono realizzati nello stesso materiale. Il richiamo alla lunetta è evidente, così come quello al metallo della medaglia destinata agli atleti migliori. Una medaglia che chi indossa l’orologio può portare idealmente al polso: sul fondello è applicato un medaglione in oro Moonshine ablato al laser con inciso il logo olimpico.

Insomma, anche quest’anno Omega ha messo in campo tutta la propria potenza di fuoco per fare delle Olimpiadi la vetrina perfetta attraverso cui mostrare di cosa è capace. Lo ha fatto non solo con l’enorme dispiegamento di uomini e mezzi portati a Parigi, ma anche e soprattutto con la forza che le deriva dall’essere il terzo marchio di orologi svizzeri per fatturato stimato. Perché, gira che ti rigira, quello è il suo business e quello sa fare terribilmente bene: tre esemplari per un unico evento, non sono bruscolini. Tre, come i gradini del podio olimpico, che il Marchio occupa ormai a pieno titolo.