Quando François-Paul Journe si muove, potete star certi che fa rumore. Non perché sia una persona goffa, naturalmente: il rumore lo fa con i suoi orologi. Come nel caso del Chronomètre Furtif da poco presentato. E la cosa può sembrare paradossale, perché un orologio che già dal nome sembra voler passare sotto silenzio, in realtà ha mosso un interesse “rumoroso” tra gli appassionati. Accade sempre così con le creazioni del Maestro, a maggior ragione se hanno origine da edizioni speciali o pezzi unici che, una volta usciti, diventano un sogno irrealizzabile.
Non che il far entrare il Chronomètre Furtif in collezione corrente lo renda accessibile, ci mancherebbe. Ma rispetto all’orologio da cui deriva – il Chronomètre Furtif Bleu, pezzo unico con cassa e bracciale in tantalio realizzato per Only Watch 2024 -, il nuovo orologio diventa se non altro possibile. Con tutto ciò che questo aggettivo comporta se applicato a F.P.Journe…
Furtivo e misterioso
Come ricorderete, se avete buona memoria, la scelta di dare al Chronomètre Furtif questo nome nasce dal fatto che l’orologio è stato ideato per essere appunto furtivo, nascosto, in un certo senso misterioso, sotto diversi punti di vista. Intanto, ha un quadrante realizzato in modo tale che l’ora può essere letta solo se è guardato da molto vicino e diventa praticamente invisibile a chi non indossa l’orologio.
È furtivo anche nel senso che ha due complicazioni – l’indicazione delle fasi lunari e la riserva di carica – poste sul movimento e visibili solo attraverso il fondello. Il quadrante, infatti, è quello di un orologio solo tempo ed è in smalto Grand Feu lucidato a specchio, un processo che ha richiesto un anno e mezzo di test per essere perfezionato e proposto a livelli di eccellenza.
Il quadrante del Chronomètre Furtif
Parto da qui, perché il quadrante è la parte più eccezionale dell’orologio, a mio avviso. Durante la mia visita alla manifattura di F.P.Journe lo scorso autunno, ne ho parlato con alcune persone che mi hanno confermato quanto il lavoro che ci sta dietro sia complessissimo. Arrivare a questo tipo di finitura – una lucidatura già presente sul Chronomètre Furtif Bleu – è stato un vero rompicapo.
Il quadrante è realizzato da Les Cadraniers de Genève, il laboratorio dedicato di F.P. Journe. La superficie, rifinita in smalto Grand Feu antracite lucidato a specchio su una base di oro bianco, appare quasi spoglia se la non si osserva da vicino. Solo quando la luce batte con la giusta angolazione, abbinata a quella del polso, i numeri e la minuteria cominciano ad apparire.
Oltre alla cottura a Grand Feu, l’altro processo impegnativo è quello della lucidatura dello smalto. Dopo diverse cotture ad alta temperatura, lo smalto Grand Feu tende a presentare una trama a buccia d’arancia, che gli deriva dai processi successivi di fusione e raffreddamento. La superficie deve essere così accuratamente levigata per ottenere una finitura uniforme e a specchio. Una lavorazione artigianale difficile e delicata che fa salire alle stelle la desiderabilità del Chronomètre Furtif.
In confronto alla fase di lucidatura, la creazione della minuteria e degli indici è quasi una passeggiata. Ci pensa infatti il laser a inciderli, rimuovendo lo strato superiore di smalto in modo che si sveli la texture dell’oro sottostante. Il risultato è una serie di indici quasi invisibili se non colpiti dalla luce giusta. Le lancette di ore e minuti – le classiche di F.P.Journe, a forma di goccia allungata – sono opache e rodiate; quella dei secondi, sottile e lunga, è bianca, forse l’elemento meno furtivo del quadrante.
Potere ai materiali
Non meno eccezionale è il lavoro svolto sul bracciale e sulla cassa, che ha le stesse dimensioni di quella del Chronomètre Furtif Bleu: 42 mm di diametro e 9,5 mm di spessore. Carrure, lunetta e bracciale, rivestiti in nero, sono in carburo di tungsteno, un materiale composito durissimo: la cui durezza raggiunge un valore di circa 9 sulla scala Mohs, poco sotto a quello del diamante. La Manifattura ha sfruttato questa proprietà del materiale per creare una struttura praticamente inscalfibile.
Ma la durezza del carburo di tungsteno ha anche la proprietà di far aderire il rivestimento nero in modo più omogeneo e permanente, che resiste perfino se deformato sotto pressione. Inoltre, il carburo di tungsteno si distingue anche per la densità, circa il doppio di quella dell’acciaio. Il risultato è un orologio ben presente al polso nonostante lo spessore contenuto.
Così come ha dato una bella gatta da pelare a Les Cadraniers de Genève per il quadrante, François-Paul Journe ha fatto lo stesso con la cassa, affidata a Les Boîtiers de Genève, la manifattura di proprietà per la produzione delle casse. Inutile dire che anche in questo caso si è dovuto ricorrere alle più avanzate conoscenze nell’ambito delle scienze dei materiali e delle tecnologie di fabbricazione per poterla realizzare. È stata progettata da Journe in persona, il quale ha poi collaborato direttamente con Les Boîtiers de Genève per la messa a punto. Come penso sappiate, per ideare ogni orologio, il Maestro parte dal movimento: cassa e quadrante vengono di conseguenza.
Il lavoro sul bracciale
La lunetta e la carrure in carburo di tungsteno hanno una finitura sabbiata, mentre le parti in tantalio – fondello e anello della lunetta – sono interamente lucidate. Operazione complessa: gli artigiani de Les Boîtiers de Genève hanno impiegato anni per perfezionare la lucidatura del tantalio, fino a trovare le giuste paste lucidanti, i dischi migliori con cui usarle e la velocità corretta di rotazione delle macchine lucidatrici.
Il carburo di tungsteno caratterizza anche il bracciale del Chronomètre Furtif, che è completamente integrato nella cassa, creando un flusso visivo e strutturale senza soluzione di continuità. Come per la cassa, ha caratteristiche di eccezionale durezza e stabilità e richiede una lavorazione avanzata con utensili diamantati, a causa dell’estrema densità.
La differenza vera con la cassa sta nel fatto che, qui, i componenti sono numerosi e non si lavora su un unico grande blocco di materiale. Ciascuna maglia del bracciale è rifinita singolarmente e montata con precisione, per garantire il comfort dell’orologio senza sacrificare la coerenza con il design complessivo del Chronomètre Furtif. Assemblato anch’esso da Les Boîtiers de Genève, il bracciale coniuga precisione ingegneristica ed estetica sobria. La fibbia pieghevole è in titanio con la chiusura in tantalio lucidato.
Calibro 1522, il cuore del Chronomètre Furtif
Il Chronomètre Furtif è animato dal Calibro 1522, che ha una caratteristica notevole: è il primo movimento di F.P.Journe con i secondi centrali. Poiché François-Paul Journe in persona ha puntato molto sull’efficienza meccanica del movimento, ha fatto “lavorare” i secondi centrali direttamente, posizionando la quarta ruota del treno del tempo al centro del movimento, per non appensatirlo inutilmente. L’alternativa, scartata, sarebbe stata quella di impiegare un treno di ingranaggi ausiliari azionato dalla quarta ruota, posizionata però a ore 6.
Il movimento mantiene i due bariletti paralleli presenti anche nel Calibro 1304 che muove il Chronomètre Souverain. Si tratta di una soluzione impiegata per ottenere una coppia più elevata e stabile, che migliora in maniera evidente le prestazioni cronometriche piuttosto che allungare la riserva di carica.
Il treno degli ingranaggi è distribuito lungo una platina principale molto ampia, capace di accogliere le funzioni nascoste, furtive. Nello specifico, l’ho accennato all’inizio, si tratta delle indicazioni dell’autonomia residua e delle fasi lunari, collocate nella zona più esterna del calibro. Per aggiungerle, è stato necessario arrivare a sei ponti totali, con la terza e la quarta ruota lungo la ruota di scappamento sorrette da due ponti singoli. Il bilanciere a spirale libera è sostenuto da un ponte trasversale completo, in modo da garantirne la stabilità.
Chronomètre Furtif: oltre le convenzioni
Nel complesso, quindi, con il Chronomètre Furtif François-Paul Journe ha dato l’ennesima prova d’autore. E, soprattutto, ha confermato la capacità di evolvere sempre, di restare al passo con la modernità, pur conservando una missione quasi sacerdotale di custode dell’orologeria classica svizzera e francese. Perché abbiamo a che fare con un orologio sportivo che esce dalle convenzioni, con un pezzo che va al di là delle aspettative per diversi motivi: dall’impiego di materiali moderni e industrialmente avanzati, al quadrante in smalto Grand Feu lucidato a specchio.
Una prova d’autore, scrivevo. Un autore che dà ogni giorno di più l’impressione di divertirsi a sfidare i luoghi comuni prima ancora che i limiti dell’orologeria. E poco importa se il Chronomètre Furtif costa 85mila franchi svizzeri e se, data la complessità della lavorazione, la produzione sarà limitata a non più di 100 esemplari. Ha fatto rumore, farà comunque mettere in lista d’attesa molti malati di bellezza.