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Breitling Navitimer 36 e 32, un “cult” in formato ridotto

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La storia dell’orologeria è fatta da referenze mitiche ma, soprattutto, dal genio di chi le ha create, capace non di rado di anticipare le tendenze e le dinamiche storiche. Prendiamo il Breitling Navitimer come esempio perfetto.

Negli anni ’50 del Novecento l’aviazione commerciale era in pieno sviluppo, dopo aver fatto capolino tra gli anni ’20 e ’30 ed essere stata frenata dalla Seconda Guerra Mondiale. Un settore promettente, i cui professionisti avevano bisogno di strumenti efficaci da affiancare a quelli dei velivoli. E Willy Breitling che cosa combina? Si inventa il Navitimer, uno dei primissimi orologi tecnici sviluppati per i piloti professionisti.

Roba da uomini

Era il 1952 e oggi, a distanza di oltre 70 anni, il Breitling Navitimer è ancora in collezione. Non sto a riscrivere qui la genesi di questo orologio: lo potete leggere in questo articolo. Quello che conta, pensando alla sua nascita, è l’idea di Willy Breitling di inserire in un orologio da polso uno strumento professionale come il regolo logaritmico. Realizzato negli anni ’40 per il Chronomat, nel Breitling Navitimer era integrato in una lunetta girevole circondata da piccole perle, che ne agevolavano la manipolazione.

Insieme alla semplicità d’uso, l’altro fattore determinante era la facilità di lettura. Per questo motivo i primi orologi avevano una cassa da 41 mm, gigantesca per quegli anni. Una scelta che garantiva la lettura immediata di tutte le informazioni presenti sul quadrante, grazie anche ai numeri arabi sovradimensionati al radio, a contrasto sul quadrante nero.

Un orologio, il primo Breitling Navitimer, decisamente maschio. Sia per le dimensioni, sia per il fatto che, per decenni, i piloti professionisti dell’aviazione civile, commerciale e militare sono stati per la quasi totalità uomini. Dimensioni che sono andate anche crescendo nel corso del tempo, come testimoniano le referenze da 46 mm attualmente in collezione.

La donna di Breitling

Ecco perché i nuovi Navitimer da 32 e 36 mm appena presentati dal Marchio sono, a mio avviso, un’interessante operazione di estensione della gamma. Se il 41 mm lanciato lo scorso anno era, nell’idea di Breitling, interessante anche per le donne, con queste nuove referenze non ci sono ambiguità. E la scelta è in linea con la direzione presa da Breitling.

Di recente, pezzi come il Chronomat, il Super Chronomat, il Superocean – anche se si tratta di collezioni che nascono maschili – presentano un numero incredibile di referenze sviluppate per i polsi e per i gusti femminili. Che non sono semplici trasposizioni in scala minore, con l’aggiunta di qualche brillocco e di metalli preziosi; basta considerare i movimenti meccanici, ai quali le clienti di oggi dedicano sempre maggiore attenzione.

Il Breitling Navitimer da 36 o da 32

Per questo motivo Breitling ha introdotto nella collezione Navitimer due nuove misure di cassa. E, come spesso accade, il marchio guidato da Georges Kern non si è risparmiato: e ha sviluppato ben 20 referenze, 10 per il 32 mm e 10 per il 36 mm.

Ciò che le distingue in prima battuta è il materiale della cassa. Ciascuno dei due formati ha sei referenze in acciaio, due in acciaio e oro rosso, due in oro rosso. Per ciascuno di essi è disponibile sia la versione con il cinturino in alligatore, sia quella con il bracciale in materiale abbinato alla cassa. Totale 20, appunto.

Tra le due misure, quella del Breitling Navitimer 36 parla anche a un appassionato uomo che non ama gli orologi troppo grandi. Che sia per una questione di polso sottile o di understatement, la preferenza per diametri tra i 35 e i 39 mm da parte dei maschietti è una tendenza in atto da alcuni anni. Ecco perché con il 36 mm Breitling strizza l’occhio anche a loro.

Lo fa principalmente scegliendo colori di quadranti più unisex come il verde menta, l’argento e l’antracite, almeno sulle referenze in acciaio. Su quelle più preziose compaiono invece la madreperla e i diamanti incastonati agli indici (anche nel Navitimer 32), spostando decisamente il tiro sulla clientela femminile.

Attitudine sostenibile

Sarà per coinvolgere anche i Millennials, sarà perché le donne sono tendenzialmente più sensibili a certi temi, sta che di fatto che la nuova collezione ha a cuore anche la sostenibilità sociale e ambientale. I diamanti utilizzati nei Breitling Navitimer 36 e 32 sono infatti coltivati in laboratorio. Niente sfruttamento delle miniere, niente rischi di finanziare conflitti e corruzione nel Sud del mondo. In linea con la “Mission to do better” che si è data Breitling, le pietre sono anche tracciabili poiché provengono da produttori accreditati che hanno ottenuto lo standard SCS 007, il primo protocollo a fornire parametri di riferimento sulla sostenibilità dei diamanti.

Stesso discorso per l’oro rosso. È il cosiddetto “oro migliore”, riconducibile a miniere artigianali e su piccola scala che soddisfano i criteri della Swiss Better Gold Association. L’associazione senza scopo di lucro fondata da imprese svizzere proprio per fornire all’industria orafa e orologiera catene di approvvigionamento responsabili, tracciabili e sostenibili.

Scelte di continuità

Dal punto di vista del design, i codici estetici del Navitimer ci sono tutti – a parte i contatori cronografici, visto che si tratta di un orologio solo tempo. Ecco quindi le piccole perle sulla lunetta – che da Breitling chiamano “a goccia” – e il regolo calcolatore analogico posto fra la lunetta stessa, il réhaut girevole e il quadrante. 

Per il movimento, Breitling ha scelto di andare sul sicuro affidandosi al calibro 17 ND. Un “trattore”, robusto e preciso, certificato cronometro dal COSC, versione senza datario del calibro 17 del quale è una elaborazione. La base è un ETA 2824-2, movimento automatico fornito anche da Sellita, con massa oscillante bidirezionale su cuscinetto a sfere. Lavora a 28.800 alternanze/ora ed è accreditato di un’autonomia di 38 ore. Il fondello dell’orologio è chiuso, per cui il movimento non è a vista.

Il volto prezioso del Breitling Navitimer

Per il Navitimer 32, Breitling ha invece scelto un’estetica più spiccatamente femminile. Tanto per cominciare, sparisce il regolo calcolatore tipico della referenza. Una scelta dettata dall’esigenza di semplificare il design, adattandolo al diametro ridotto dell’orologio. In effetti, se già sul 36 mm non è facilissimo leggere le informazioni del regolo, sul 32 sarebbe un’impresa.

Inoltre, la madreperla fa la sua comparsa anche nei quadranti delle referenze in acciaio e si colora, oltre che del classico bianco, anche di rosa cipria e di azzurro. Dei diamanti e dell’oro ho già scritto e, nel 32 mm, assumono ancora di più una connotazione femminile.

Sul Breitling Navitimer 32 il calibro meccanico lascia il posto al quarzo che però, quando parliamo di questo Brand, non è un quarzo qualsiasi. Il calibro Breitling 77 che anima questo orologio è infatti un movimento SuperQuartz ultra-preciso e certificato COSC. Che cosa renda speciale il SuperQuartz, lo potete leggere qui. Di sicuro, con i suoi 3-4 anni di autonomia, toglie alle signore il pensiero di ricaricarlo ogni mattina.

Per concludere

Un’ultima occhiata ai prezzi. Per il Navitimer 32 si va da 4.100 a 21.000 euro, a seconda delle referenze. Per il Navitimer 36 il pendolo oscilla tra i 4.900 e i 32.000 euro. Georges Kern, Ceo di Breitling, dice che «puoi individuare una persona dall’altra parte della stanza e sapere che indossa un Navitimer. È così riconoscibile». Il fatto che questa frase sia vera anche con dimensioni così contenute, significa che la Marca ha lavorato bene, perché tradire il Dna di un simbolo è facile e rischioso. Pur ritoccando uno dei suoi tratti più riconoscibili, la misura della cassa, Breitling non è caduta nel tranello. Onore al merito.