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Nuovo Breitling Avenger, eccellenza in quantità

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Probabilmente il nuovo Breitling Avenger sarebbe piaciuto al filosofo francese Joseph Joubert, che visse tra il ‘700 e l’800. Costui sosteneva che «non è l’abbondanza, ma l’eccellenza a essere ricchezza». Il lancio del nuovo orologio sfornato dal marchio guidato da Georges Kern dimostra infatti questo. Che in quanto a referenze e a collezioni legate all’aviazione, Breitling non ha eguali – ma in tutte riesce a mettere quel quid di eccellenza che rende la propria offerta ricca e variegata.

Dal suo arrivo al timone del Brand, Kern ha infatti messo mano a tutte le collezioni con un forte legame con l’aeronautica, dalla Navitimer all’Aviator 8, passando per il Chronomat e dando una rinfrescata, nel 2019, anche al Breitling Avenger. Rivolta a veri piloti, questa collezione tecnica e spregiudicata era stata presentata da un team che includeva l’astronauta Scott Kelly.

Ora, anno di grazia 2023, la linea subisce un ulteriore rinnovamento che ne affina le linee e le dimensioni, mantenendone però i tratti che ne hanno fatto la storia. Una storia non lunghissima, a dire la verità, rispetto a quella di altre collezioni.

Breve ma intensa

In Breitling Avenger fu lanciato nel 2001. Tra i primi di esemplari di questa serie vale la pena ricordare il Chrono Avenger in titanio, realizzato tra il 2001 e il 2007. Un modello che impiegava il movimento Breitling 13 o Valjoux 7750 e aveva una cassa impermeabile fino 30 bar. Nel 2002 è stato lanciato il Chrono Avenger M1, che, era mosso da un calibro Breitling 73 Superquartz e aveva una resistenza all’acqua di 100 bar.

Un altro dei primi modelli degni di nota del Breitling Avenger è stato poi l’Avenger Seawolf, realizzato tra il 2003 e il 2008. Era disponibile in diverse varianti di quadrante e montava l’ETA 2824, sebbene altre versioni dei primi Avenger utilizzassero l’ETA 2893 con classificazione più elevata. Insieme a questi modelli, la linea Avenger comprendeva anche l’Avenger II, il Super Avenger II, l’Avenger Blackbird, l’Avenger GMT e molti altri.

Il Breitling Avenger è quindi nato come un moderno orologio da pilota, ispirato alle prestazioni dal Dna del Marchio. I professionisti cui è dedicato – dai piloti pionieristici ai leader dell’aviazione commerciale, fino agli influencer – apprezzano orologi nuovi che rispettano ancora i codici di design del Brand.

Breitling Avenger: la famiglia si allarga

Come detto, quindi, Georges Kern si è divertito a fare rimettere mano nuovamente alla collezione Avenger. E, come sempre accade quando ci mette lo zampino, ha fatto le cose in grande, sia in termini di eccellenza, sia di abbondanza, per tornare alle parole di Joubert. Soprattutto di abbondanza, mi viene da dire, considerando che la nuova collezione conta la bellezza di 21 referenze.

Per razionalizzare, il nuovo Breitling Avenger si declina in un cronografo da 44 mm, un GMT automatico sempre da 44 mm e un automatico solo tempo da 42 mm. Come si può vedere, non proprio misure da pilot’s watch ma in linea con la tendenza a ingentilire casse e proporzioni che diversi brand hanno ormai intrapreso con decisione.

Il tratto comune alle varie referenze, tipico della collezione, è costituito dai cosiddetti “cavalieri”, ossia gli indicatori dello 0, 15, 30 e 45 posti in rilievo sulla lunetta. Ovviamente, nelle referenze GMT essi indicano il 6, 12, 18 e 24. Oltre ai cavalieri, l’altra analogia evidente si trova sul quadrante: le lancette e gli indici, entrambi a bastone, ben farciti di Super-LumiNova.

Breitling Avenger Chronograph 44

Le differenze sono invece, come prevedibile, a livello di tipologia di orologio. Parto dal cronografo, il modello il cui spirito è molto più legato all’aeronautica rispetto agli altri, a mio parere anche più del GMT. Un cronografo che, nella migliore tradizione di Breitling, fa della leggibilità il suo punto di forza. 

Al di là degli indici a bastone e dei cavalieri di cui ho scritto sopra, ciò che la favorisce sono i contatori cronografici neri a contrasto nelle versioni con quadrante blu, verde o sabbia. Molto sportivo, in queste versioni, il giro della minuteria, sempre nero, nel réhaut interno. La finitura concentrica dei contatori spicca su quella opaca del quadrante.

Mi convince meno la referenza con quadrante nero tono su tono rispetto ai contatori. Nonostante il bel lavoro fatto sugli indici dei contatori stessi, qui la leggibilità è un po’ sacrificata all’eleganza del pezzo. Diciamo che è un cronografo per aviatori stilosi.

Tutt’e quattro le versioni di quadrante sono disponibili sia con cinturino in pelle, in tinta con il quadrante, sia con bracciale in acciaio a tre file. La fibbia è pieghevole sul bracciale e ad ardiglione sul cinturino.

Missione notturna

Del Breitling Avenger in versione cronografo esiste anche la referenza più “aggressiva”, chiamata Night Mission. È caratterizzata dalla cassa e dalla lunetta in ceramica nera antigraffio (quella dell’Avenger Chronograph “liscio” è in acciaio), mentre il fondello, la corona, i pulsanti e la fibbia sono in titanio. Una combo (come dicono i più giovani) all’insegna della leggerezza.

È disponibile in due versioni di quadrante: nero, realizzato in fibra di carbonio, e giallo, una livrea che ricorda tanto quella del vecchio Chronomat Frecce Tricolori. I contatori sono neri e anche qui si “impastano” un pochino nella versione con il quadrante tono su tono. In questo caso nessun bracciale, solo cinturino. Tutte le versioni cronografo del nuovo Breitling Avenger sono mosse dal calibro di manifattura Breitling 01, per il quale vi rimando alle didascalie.

Breitling Avenger Automatic GMT 44

Lasciati alle spalle i cronografi, eccomi al GMT. La misura della cassa un acciaio è, come ho scritto all’inizio, la medesima di quella del crono, 44 mm. Il quadrante è pulito ed essenziale, blu o nero. Molto utile e a mio parere non ridondante il réhaut inclinato con gli indici GMT delle 24 ore, che rafforza la leggibilità data dai medesimi indici incisi sulla lunetta.

La lancetta che indica le 24 ore spicca molto bene nel complesso del quadrante. Il merito è soprattutto della grande punta triangolare rossa ricca di Super-LumiNova, le cui forme e colori ritornano nei triangoli sul réhaut al 15, 30 e 45. Il medesimo dettaglio si trova anche nel cronografo e nel solo tempo, ma qui il gioco di rimandi con la lancetta del GMT lo valorizza di più.

Riguardo alla meccanica, Breitling si affida al Calibro 32. Si tratta di un movimento onesto e collaudato, sviluppato dal Marchio su base ETA 2893-2, quindi con funzione di data e GMT. Lavora a 28.800 alternanze/ora e ha un’autonomia di circa 42 ore.

Anche per il Breitling Avenger Automatic GMT 44 è disponibile la doppia opzione di cinturino in pelle (in tinta con il quadrante) o bracciale a tre file in acciaio. Il fatto che esistano solo le versioni blu e nera, restringe il numero di referenze a 4, contro le 11 del cronografo.

E da ultimo, il solo tempo

Ho lasciato per ultimo il solo tempo in acciaio da 42 mm perché, onestamente, mi sembra il più anonimo della collezione. Nel senso che solo il design tipico dell’Avenger lo distingue da innumerevoli altri orologi a tre lancette con datario presenti sul mercato, anche con la stessa dimensione di cassa. Parere assolutamente personale e non richiesto.

A fianco dei quadranti blu e nero, già presenti nel GMT, rientra il verde, in una tonalità più accesa e squillante rispetto a quella del cronografo. Anche qui il cinturino in pelle in tinta può essere scelto in alternativa al bracciale in acciaio. Per il movimento, come nel caso del GMT, Breitling va sul sicuro con il Calibro 17, un tre lancette con datario su base ETA 2824-2 da 28.800 alternanze/ora e 38 ore di autonomia.

Anziché annoiarvi con considerazioni personali che, in quanto tali, possono o meno essere condivise, chiudo affidandomi alle parole di Georges Kern: ««L’Avenger è stato creato per stare al passo con le implacabili condizioni di una cabina di pilotaggio e per supportare i piloti nelle manovre aeree più impegnative. Il suo nuovo design non poteva essere da meno. Questa collezione abbina tutta la performance a un sofisticato e moderno stile aeronautico».

Al di là del tono studiatamente solenne, in queste parole c’è un fondo di verità. Il Breitling Avenger è poco più che maggiorenne ma si è costruito un’identità riconoscibile, operazione non facile quando in famiglia hai un mostro sacro come il Navitimer. Bene ha fatto dunque il Marchio a rinfrescarlo a pochi anni dell’ultimo rilancio: il modo migliore per mantenere accesa sia la passione di chi ama i pilot’s watch, sia l’appeal della collezione.