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Bangle watch, l’ultima tendenza degli orologi-gioiello

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Non si deve essere esperte di moda per conoscerli. I bangle sono un classico della gioielleria: bracciali rigidi di vario spessore, dai cerchi più sottili – da indossare in quantità sullo stesso polso – a quelli più voluminosi, tipo polsino (senza esagerare, alrimenti sono chiamati manchette). Realizzati in tutti i tipi di materiali, risultano particolarmente d’effetto se forgiati in metalli nobili, magari arricchiti di pietre preziose. Di recente però sono stati adottati anche dal mondo delle lancette e sono diventati la tendenza del momento per gli orologi-gioiello. Se n’è avuto conferma a Ginevra, all’ultima edizione di Watches and Wonders, dove diverse case hanno presentato i bangle watch di nuova generazione.

Bangle watch a spasso nel tempo

Di nuova generazione, sì, perché i bangle watch hanno in effetti una lunga storia alle spalle. I primi esemplari risalgono agli anni Trenta e Quaranta del Novecento, ed erano prodotti soprattutto dalle marche a vocazione joaillière. Erano per esempio orologi “a segreto” dal tema naturalistico con corolle di fiori che nascondevano il quadrante, oppure modelli dalle forme geometriche, anche montati su bracciali Tubogas. A volte si trattava di contrarié dotati di cerniera, altri di polsiere aperte, abbastanza elastiche da poter essere facilmente indossate. Tutti però erano realizzati in oro giallo con diamanti e gemme di colore, sempre alimentati da piccoli calibri meccanici a carica manuale.

Più tardi, esattamente nel 1969, la designer svedese Vivianna Torun Bülow-Hübe firma per George Jensen il Vivianna, un esemplare diventato un’autentica icona del minimalismo scandinavo e da allora rimasto in catalogo. Per restare in tema di design, negli anni Duemila furono soprattutto i marchi fashion a produrre i bangle watch. Che diventano quindi più semplici: fatti in acciaio Pvd oro, di solito hanno piccole casse rotonde o quadrate, bracciali sottili con chiusure a scomparsa, e sono animati esclusivamente da movimenti al quarzo. Poche le eccezioni: qualche pezzo di Calvin Klein, dalla ricerca formale più elaborata, o il Gucci Twirl, la cui cassa integrata nell’alto bracciale rigido ruota su sé stessa di 180° per diventare semplice elemento decorativo.

I bangle watch dalle forme animali…

Ai giorni nostri, i bangle watch sono tornati a essere preziosi esemplari-gioiello, come agli esordi. E come allora hanno varie ispirazioni e forme diverse, fantasiose. A soggetto animalier, per esempio, sono i nuovi Panthère Bangle di Cartier, che affondano le radici nel passato della Maison: sia per la forma Toi & Moi (come si chiamano oggi i contrarié), sia per la presenza tridimensionale del felino prediletto dalla Casa, la Pantera, ritratta in posa plastica quasi fosse pronta a spiccare un balzo. Due le versioni: in oro giallo e lacca nera, oppure in oro bianco tempestato di diamanti e onice. Ambedue ovviamente con il movimento al quarzo, Swiss made, come in tutti gli esemplari oggetto di queste righe.

A proposito di animali feticcio, anche Bvlgari riprende i tipici Serpenti: reinterpretati in chiave bangle watch, però, appaiono trasformati in modo del tutto nuovo. Negli inediti Serpenti Aeterna, infatti, il tratto grafico di Fabrizio Buonamassa Stigliani restituisce un orologio modernissimo, dalle linee essenziali e dalla silhouette semplice e pulita, a contrasto con i carati di diamanti che lo rendono super-prezioso. Qui il rettile perde qualsiasi connotazione realistica per diventare pura forma geometrica, con la testa e la coda a punta, il quadrante triangolare e le piccole lancette a gladio. Anche in questo caso esistono due versioni, entrambe full pavé e incastonate a neve, in oro bianco oppure in oro rosa. Ma l’esemplare si presta a infinite declinazioni: scommettiamo che lo vedremo presto con altre gemme?

… o ispirati a oggetti reali: passamanerie…

Altra assoluta novità, esposta come le precedenti al Salone di Ginevra dello scorso aprile, è il Première Galon di Chanel, che ben illustra la capacità dei bangle watch di prendere ispirazione dagli oggetti reali. In questo caso la treccia (galon, appunto, in francese, o cordoncino spighetta che dir si voglia): un tipo di passamaneria usata nelle sartorie come decorazione o come rifinitura di bordi e orli, utilizzata anche da Mademoiselle Coco nelle celeberrime Little Black Jacket. Ed è logico, vista la predisposizione dell’orologeria della Maison a prendere spunto dal lavoro e dalla personalità della grande couturière.

Versione inedita del primo esemplare dell’orologeria Chanel, lanciato nel 1987 e oggi declinato in una ricca collezione, il Première Galon vede la caratteristica cassa ottagonale al centro di un semplice anello d’oro dai rilievi arrotondati. Tre le referenze, tutte in oro giallo: quella più basic ha solo il quadrante laccato nero ed è priva di diamanti, che appaiono invece in un crescendo di caratura nelle altre due. Un modello ha infatti la lunetta incastonata da brillanti, presenti anche parzialmente sul bracciale. Quello più prezioso ha invece il quadrante full pavé e tutte le maglie in rilievo tempestate di pietre.

… gocce e piume…

Ha invece la forma di una goccia il Joséphine Aigrette di Chaumet. Che prende nome – come tutta la collezione cui appartiene – dalla più celebre cliente della Maison, quella Joséphine de Beauharnais che fu Imperatrice dei Francesi per aver sposato Napoleone Bonaparte. E che amava in modo particolare proprio il taglio a goccia (poire, a pera, dicono i francesi). Anche in questo caso, quindi, si tratta di un omaggio al passato della Maison, cui del resto fanno riferimento sia la citazione degli omonimi en-tête in voga fin dalla fine dell’Ottocento, sia le piume di Egretta Garzetta, ornamento dei più celebri diademi creati dal Gioielliere parigino. Uno per tutti, il Mary Stuart del 1910.

Il Joséphine Aigrette di Chaumet, in collezione fin dal 2021 e tuttora un bestseller della Casa, ha la cassa “di forma” montata a un’estremità del bracciale rigido aperto. Ed è declinato in tre varianti, una in oro rosa e le altre due in acciaio. Tutte però hanno la lunetta tempestata di diamanti dalle dimensioni in dégradé, e il bracciale dai link a V con la parte terminale sempre profilata di diamanti. Sul quadrante argenté soleil (oppure blu, in una versione in acciaio), spicca a ore 12 un indice a goccia composto da un altro diamante.

Pure astrazioni

Ma l’elenco dei bangle watch contemporanei sarebbe incompleto senza la citazione del Perlée Toi & Moi di Van Cleef & Arpels. Presentato alla fine del 2023, prende spunto dalle piccole boule che fanno parte dell’heritage della Casa, proprio come il genere degli orologi “a segreto” cui appartiene. Qui il sottile bracciale rigido in oro rosa o giallo è composto interamente dal motivo perlé, allineato su cinque file, e termina con due grandi semisfere di diverse dimensioni. Quella più grande nasconde l’orologio: ma basta ruotare il cabochon di 90° per rivelare il quadrante in madreperla, circondato dalla lunetta con diamanti.

Quattro le versioni: con cabochon di corniola e pietersite nera; con cabochon di turchese e diamanti taglio brillante; con cabochon di lapislazzuli e diamanti; o solo con diamanti taglio brillante, naturalmente ad alta caratura. Infine, meritano almeno un cenno due ultimi bangle watch firmati ancora da Van Cleef & Arpels e da Cartier, che evidentemente sono affezionati a questa tipologia di orologio-gioiello. Il primo è il Frivole Secrète, il secondo il Baignore, che il prossimo autunno uscirà in versione mini. Rispettivamente a forma di bouquet di fiori e di… vasca da bagno. Andate a rileggere le loro storie, ne vale la pena.