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Mido Ocean Star Gmt Special Edition: la forza è nel dettaglio 

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Mido è un marchio che negli ultimi anni sta lavorando molto bene. Posizionato nel segmento medio dei brand di Swatch Group, può contare su una solida base di appassionati e su una storia ultracentenaria che annovera collezioni di successo. Tra queste, la Mido Ocean Star è la più vocata alla sportività, grazie a un fortissimo legame con il mare. È una collezione che ha un’identità estetica precisa, ma che è anche capace di rinnovarsi in termini di tecnologia, di materiali e di complicazioni. Lo dimostra una delle novità che ho avuto modo di toccare con mano ai primi di marzo, quando sono state presentate alla stampa italiana. Parlo del Mido Ocean Star Gmt in edizione speciale, che ha delle caratteristiche interessanti da raccontare.

Prima, però, vorrei spendere due parole su un dettaglio che forse non tutti conoscono. Un dettaglio che spiega come mai, nel tempo, Mido è diventata una delle marche più affidabili in termini di impermeabilità, visto che con l’Ocean Star parliamo di una collezione subacquea. Un dettaglio che rende affine il Marchio a una… buona bottiglia di vino.

La sfida dell’impermeabilità

Questo dettaglio si chiama Aquadura ed è un sistema che Mido ha iniziato a utilizzare negli anni ’30 per impermeabilizzare i propri orologi, impiegando un materiale semplice e naturale: il sughero. Probabilmente è stato sperimentato per la prima volta da Mido nel 1934, quando Bernard Taubert, della celebre famiglia ginevrina specializzata nella fabbricazione di casse, mostrò in azienda la propria cassa decagonale impermeabile.

Il sistema con la guarnizione in sughero era stato brevettato da Taubert nel 1929 per sigillare la corona, il punto debole di tutti gli orologi, specialmente dei subacquei. Nel sistema Aquadura, lo stelo della corona passava attraverso una minuscola guarnizione di sughero, compressa in un alloggiamento che garantiva la tenuta anche se la corona non era completamente inserita. Come una bottiglia di vino che rimane sigillata anche se il tappo è tirato a metà.

Poiché le guarnizioni sono minuscole, il sughero utilizzato doveva essere di ottima qualità. Stando all’azienda, due terzi delle guarnizioni furono scartati proprio perché non di qualità. Il sughero naturale era riscaldato e ingrassato, ma la vera difficoltà stava nel taglio di questo materiale fragile. Se un minuscolo pezzo fosse caduto nella cassa, sarebbe stato sufficiente a bloccare il movimento. Ecco perché l’assemblaggio era più difficile e più costoso rispetto a quello delle guarnizioni in plastica. Nel 2008, in occasione del 90° anniversario della fondazione di Mido, il direttore Franz Linder presentò a Baselworld il Mido Jubilee, che utilizzava proprio il sistema Aquadura.

Il Mido Ocean Star Gmt si fa piccolo (o quasi)

Fatto l’excursus storico, arrivo alla referenza di oggi, il Mido Ocean Star Gmt Special Edition. L’orologio rappresenta una bella evoluzione all’interno del segmento Gmt della linea, che attualmente conta sei modelli. È una bella evoluzione perché questa novità è l’unica da avere la cassa da 40,5 mm contro i 44 mm delle altre referenze.

I puristi del subacqueo, quelli che «un diver sotto i 43 mm non è un diver», non vedranno di buon occhio il ridimensionamento. Io che l’ho provato al polso vi assicuro che con questa misura l’orologio guadagna in portabilità e non perde nulla in leggibilità. Perché poi, magari, questi del ditino alzato pensano anche che mentre sei sott’acqua in Polinesia non t’interessa conoscere che ore sono a casa tua, ma si entusiasmano per l’estetica più che gradevole che l’orologio in questione ha, grazie all’aggiunta della funzione Gmt.

In effetti, il quadrante è chiaro e pulito. L’indicazione delle 24 ore è riportata sia sulla lunetta in alluminio (ore pari), sia sul réhaut interno (ore dispari). Quest’ultimo si stacca bene dal blu intenso del quadrante, grazie alla finitura argentata con satinatura verticale. A fare da ponte tra quadrante e réhaut ci sono gli indici, con il nuovo disegno a dente di squalo. Negli altri Mido Ocean Star Gmt hanno la classica forma a bastone.

I punti di forza del nuovo Mido Ocean Star Gmt

Per quanto riguarda il calibro, non c’è molto da dire. Non perché non sia un movimento di valore, ma perché sul Calibro 80 di Mido ci siamo già soffermati in passato. Ricordo solamente che si tratta di un movimento automatico sviluppato su base dell’Eta C07.661: ha la spirale amagnetica Nivachron e lavora a 21.600 alternanze/ora.

Così come accade per il calibro R808 di Rado e il Powermatic 80 di Tissot, anche questo movimento ha un’autonomia di 80 ore. Una batteria di calibri nati su base Eta che ha potuto beneficiare delle sinergie e delle risorse interne a Swatch Group, cui Eta appartiene. Un esempio di ottimizzazione delle economie di scala del quale beneficiano più marchi.

Poco sopra ho scritto del design a dente di squalo degli indici. Ebbene, il predatore più temuto dei mari è richiamato anche dal bracciale in acciaio a maglia fitta con il quale è equipaggiato l’orologio. Il design richiama infatti quello dei bracciali cosiddetti “sharkproof”, molto diffusi negli anni ’60 e ’70. Al polso è morbido e vestibile, come ho potuto verificare di persona. In alternativa, il Mido Ocean Star Gmt Special Edition è fornito anche con un cinturino Nato in tessuto.

Una doppia scelta che conferma l’attenzione di Mido al bilanciamento tra qualità e prezzo. L’orologio costa infatti 1.440 euro, una cifra a mio avviso interessante per i contenuti di questo diver e per il suo posizionamento rispetto ad altre referenze concorrenti. Un prezzo che mi ispira una considerazione con cui chiudo, rimandandovi alle didascalie per ulteriori dettagli. Per chi non lo sapesse, il nome Mido viene dallo spagnolo “yo mido”, io misuro, sottinteso “il tempo”. Pezzi come questo dimostrano che il Marchio misura anche la capacità di spesa di chi ama l’orologeria di qualità, ma non ha a disposizioni le cifre a volte poco giustificate che molti brand richiedono.