Quando Blancpain si muove per organizzare un evento, state pur certi che fa le cose in grande. Ne ho avuto l’ennesima prova lo scorso weekend, quando sono stato invitato a Cannes per la presentazione del terzo orologio che celebra i 70 anni del Blancpain Fifty Fathoms, il Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 3.
C’era chi pensava che…
Dopo i modelli lanciati a gennaio e a febbraio, c’era curiosità intorno a questo terzo e ultimo pezzo. Oltretutto sul web avevano impazzato ipotesi e previsioni: alcune plausibili, altre bizzarre, talune surreali. Specialmente dopo la recentissima operazione in collaborazione con Swatch, c’è stato persino chi si è lanciato in mirabolanti supposizioni di Blancpain Fifty Fathoms colorati, anche per le referenze Bathyscaphe.
Ebbene, io non sono il mago Otelma (grazie al cielo) e nemmeno ho un’intelligenza superiore alla norma (peccato), ma l’idea che sarebbe stato qualcosa di filologicamente più vicino alla storia dell’orologio mi è passata per la testa. Dopo che l’Act 1 era stato un omaggio al passato e il Fifty Fathoms Tech Gombessa Act 2 una prova generale di futuro, la sensazione che Blancpain sarebbe tornata alle origini era nell’aria.
E così è stato. Durante il party del 23 settembre sull’île Sainte-Marguerite, il Ceo di Blancpain Marc Hayek ha tolto il velo all’orologio, o meglio, lo ha tolto dalla scatola. Il Blancpain Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 3 era infatti celato sotto un cubo di legno, che Hayek ha sollevato facendosi aiutare dai due chef stellati che hanno curato il buffet dell’evento, Christopher Coutanceau e Glenn Viel. E da quella mistery box in stile Masterchef non è apparso un carciofo ma lui, la star della serata.
Io l’ho provato
La teca con l’orologio è stata oggetto di un immediato assalto degli astanti, a caccia del primo scatto, come fosse George Clooney sulla non lontana Croisette. Così ho optato per un altro banco, sul quale due orologiai avevano a disposizione altri due pezzi da mostrare e far provare. E da qui voglio partire questa volta, dalla prova al polso. Per quanto sia stata rapida, ha comunque offerto le sensazioni che cercavo per cominciare questo articolo.
Inizio subito in media res, come dicevano i latini, con qualche informazione buttata lì che approfondirò più avanti. Ebbene, per l’ultimo nato della famiglia Blancpain Fifty Fathoms, il Marchio ha fatto uno sforzo in termini di vestibilità. La cassa ha un diametro di 41,3 mm e uno spessore di 13.30 mm e una leggera curvatura; non è pesante al polso nonostante sia fatta di bronzo dorato.
Le anse molto allungate e abbinate al cinturino Nato (unica scelta, niente caucciù) non rendono questo Fifty Fathoms ideale per i polsi sottili come il mio. L’ho visto indossato da gente più nerboruta del sottoscritto e l’impressione che mi ha lasciato è che quello sia il suo habitat ideale. Poi, come dico sempre, la prova dal concessionario è sempre la cosa migliore per valutare l’indossabilità di un orologio.
L’eredità del Blancpain Fifty Fathoms
Ho fatto questa premessa, a mio avviso importante, perché non siamo in tantissimi ad avere avuto l’opportunità d mettere al polso il nuovo Blancpain Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 3. Un parere fresco penso fosse utile. Ora torno a una presentazione più classica e inizio col dire che l’ispirazione per l’orologio è venuta dal modello in dotazione agli uomini rana della Marina Militare americana all’inizio degli anni ’60. Un’ispirazione che si ritrova in diversi dettagli.
Tanto per cominciare nell’indicatore dell’impermeabilità a ore 6 che abbiamo imparato a conoscere dal contemporaneo Fifty Fathoms Mil-Spec e che è una invenzione di Jean-Jacques Fiechter, padre del Fifty Fathoms e Ceo di Blancpain dal 1950 al 1980. Il funzionamento dell’indicatore è molto semplice: se dell’umidità penetra nella cassa, la parte superiore bianca della “pastiglia” tende ad assumere un colore simile a quello della parte inferiore. In questo modo, mancando l’immediato contrasto visivo, un subacqueo che indossa l’orologio in immersione si accorge al volo che la tenuta stagna è stata compromessa.
L’indicatore è presente fin dal 1957 sul quadrante del Mil-Spec (Military Specification, ossia costruito per soddisfare le specifiche richieste alle attrezzature militari). E ha fatto sì che la Marina statunitense giudicasse questo modello come l’unico in grado di soddisfare tutti i propri criteri riguardanti gli orologi da utilizzare per le missioni sottomarine.
Passato e presente
I richiami a quell’orologio continuano nel colore nero opaco del quadrante, nel diametro della cassa (un’enormità a quei tempi) e nel logo Blancpain, scritto con i caratteri dell’epoca. Anche il vetro zaffiro, bello protruso, sa di anni ’50. Non potendo utilizzare il radio per gli indici, si è scelto il Super-LumiNova vintage, così come per la scala di immersione sulla lunetta. A proposito, quest’ultima è girevole, unidirezionale e piatta, con il tocco moderno dell’inserto in ceramica nera.
Il cinturino Nato bicolore riprende il codice cromatico del modello degli anni ’60, con un cuore sostenibile che lo rende adatto ai nostri giorni: è fatto con reti da pesca abbandonate, rimosse dagli oceani.
Quello che invece distingue il Blancpain Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 3 dall’orologio del passato è sicuramente la lunghezza delle anse, che là erano più corte e avvolgenti, oltre al materiale della cassa. L’ho anticipato prima, si tratta di bronzo dorato e, come promesso, ora ne parlo un po’ più da vicino.
Una cassa speciale
Sappiamo che in Swatch Group hanno il pallino di essere un po’ alchimisti e creano non di rado leghe proprietarie. Ricordo a titolo di esempio l’oro Sedna, Canopus o Moonshine di Omega. E cito Omega non a caso, perché questa lega brevettata chiamata bronzo dorato arriva da lì e chi ha buona memoria la ricorda in una cassa dello Speedmaster Chronoscope.
È composta per il 37,5% da oro con punzonatura 9 carati e per il 50% da rame; il restante 12,5% se lo dividono argento, palladio e gallio. Quest’ultimo, molto raro, fonde a soli 30 gradi Celsius: pensate alla difficoltà di lavorarlo con altri componenti e ditemi se anche a voi non viene da pensare che nelle fonderie di Swatch Group lavori il Topolino Apprendista stregone di Fantasia.
Il bronzo dorato fornisce un colore molto specifico, più vicino al bronzo tradizionale (almeno quando è nuovo) e diverso dalle altre leghe d’oro proprietarie di Omega. Allo stesso tempo, si qualifica come oro 9 kt e può quindi essere marchiato con punzoni. I risultati sono un colore e una lucentezza interessanti, diversi da qualsiasi altro bronzo. E – cosa importante – l’assenza di scolorimenti e ossidazioni, che per molti sono il bello di queste casse (più scolorano, più diventano uniche), ma per altri sono una seccatura che li frena nell’acquisto di questo tipo di orologi.
Il calibro del Blancpain Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 3
Non torno sulle dimensioni della cassa, che è impermeabile fino a 30 bar – minimo sindacale per un subacqueo professionale. Passo al movimento. Si tratta di un calibro automatico solo tempo e senza indicazione della data, giusto per parlare di aderenza filologica alla tradizione. All’epoca, un movimento a carica manuale avrebbe potuto prestare il fianco a una perdita progressiva di impermeabilità della cassa, dovendo mettere mano quotidianamente alla corona per ricaricarlo.
Il calibro 1154.P2 è dotato di un doppio bariletto, che garantisce all’orologio un’autonomia di 100 ore. È qualcosa in meno di quanto fornisce il classico 1315 montato sulla collezione corrente, che arriva a 120 ore. Il 1315 è di oltre due millimetri più spesso, anche per la presenza del disco del datario, e lavora a 28.800 alternanze/ora, che sono invece 21.600 nel 1154.P2.
Come ogni calibro di alta qualità che si rispetti, ha la spirale in silicio che lo rende resistente al magnetismo. A proposito di resistenza, per la prima volta nel Blancpain Fifty Fathoms 70th Anniversary Act 3 la Manifattura inserisce un movimento inattaccabile fino a 1000 gauss. Un risultato ottenuto grazie all’impiego del silicio abbinato, a livello di scappamento, a una serie di leghe esclusive.
Questo ha consentito di evitare l’inserimento di una gabbia in ferro dolce a protezione del calibro, come si faceva un tempo, e di rendere così il movimento visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro. L’anello di incassaggio è anch’esso in bronzo dorato; dettaglio non secondario, perché negli orologi con cassa in bronzo di solito il fondello è in un altro metallo perché la lega può generare reazioni allergiche sulla pelle del polso.
Blancpain e gli oceani
Sopra ho parlato del cinturino fatto con reti da pesca riciclate. Scelta coerente, dal momento che l’esplorazione e la preservazione degli oceani mondiali sono essenziali per Blancpain. Un’affinità che si accompagna alla determinazione nel supportare importanti attività e iniziative dedicate agli oceani e dalla quale è nato il Blancpain Ocean Commitment (BOC).
Grazie a questo programma, Blancpain è partner di diverse organizzazioni leader e personalità stimolanti. E concentra i suoi sforzi attraverso tre assi: sensibilizzare sulla bellezza degli oceani, contribuire alla ricerca scientifica e implementare delle misure efficaci di conservazione.
Anche a Cannes, il giorno prima della mondanità, è stato dato spazio alla sostenibilità e voce al Blancpain Ocean Commitment con una tavola rotonda all’Hôtel Majestic. Vi hanno partecipato Marc Hayek, il fotografo ed esploratore subacqueo partner del brand Laurent Ballesta, il Ceo di Padi Drew Richardson, quello di Oceana Andrew Sharpless, il Direttore editoriale di The Economist Impact Charles Goddard.
Prezzo e disponibilità
Chiudo, come sempre, parlando del prezzo. Al momento la cifra precisa nella valuta comunitaria non è ancora stata comunicata, ma si aggira intorno a 32.000 euro. Aggiornerò appena possibile. Comunque soldi importanti per un orologio con cassa in bronzo dorato e non braccialato.
E per la prova dal concessionario di cui ho scritto sopra ci vorranno pazienza e tenacia: l’orologio è in edizione limitata di 555 pezzi e al mercato italiano ne sono destinati meno del 5% del totale. Un motivo in più per ritenermi privilegiato a essere stato nel posto giusto al momento giusto. Cannes, 23 settembre 2023.